pudenda

giovedì 13 marzo 2008

Il Cacace Telamonio

di Enrico Mazzardi

[...]
Del fervor dell’atra bile ribollente
il quadricipite riggonfio e li occhi
venati, bava schiumante dalle fuocate
froge, il gran Cacace riversossi
for de la tenda dilli accampati
pugnatori de la ellade unita.
No del Gamennone il ritegno
nel preferir l’inviso Achillide
no l’Odissiaco susurro
no l’idioma tersiteo
pursempre sganghero
no del Nestore caro il consilio
il trattennerol.
Si truò, sine coscientia alcuna
ne lo sparuto de li polli recinto.
[...]
Ah! dissennato Telamonio.
Veh!
Nol dardo parideo
Nol pugno d’Ettore
fatali il furonno.
[...]
Deh!
Laccheffù l’orrida zampetta:
sulla giugula del baldo argivo
calò commo il silentio della obscurità.
Truò fin alle sue fatiche
dalla pennuta torma sopraffattoh.
Ch’ei ingoraba li polli esser a digiuno.
[...]


Tratto da una imprecisa, incauta, travisante traduzione dell'Iliade di cui rimangono pochi frammenti.
Ignoto l'autore.

C'è chi dice che Vincenzo Monti (a causa di una epsilon fuori posto) avesse frainteso l'intera opera, in una prima redazione poi eliminata.
Questo è quanto si salvò del falò prontamente appiccato per lavare il mondo da tale sozzura letteraria.

Da più parti sono invece pronti a giurare che sono stato io a scriverla, a 16 anni, annoiato da una lezione di Epica in quarta ginnasio.

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