pudenda

sabato 28 febbraio 2009

PEZZA - Episodio 10: XII Arcano Maggiore



Ognuna di queste favole è situata in un ambiente diverso ed è popolata da personaggi tipici della tradizione favolistica boema (principesse, negromanti, omini delle acque, ondine), animali impertinenti e anche figure di oggi (postini, tagliaboschi, poliziotti, dottori). Persino il linguaggio usato è un miscuglio di termini antichi e moderni, di ardite metafore e buffi neologismi. Un libro poetico e divertente per grandi e piccini.

venerdì 27 febbraio 2009

Vota Tolleranza Zeno

Si fa sempre più allarmante e diffuso il fenomeno della pedofilia. Sarà l'educazione? La famiglia? La televisione? Sta di fatto che è in esponenziale aumento il numero di adulti che, per usare un gergo botanico, "ci cadono": bambini e bambine senza scrupoli, nella maggior parte dei casi all'uscita da scuola, li avvicinano e li costringono alle più nefande azioni. Con sottili tecniche seduttorie, dalla cartellina fosforescente alla scarpa che si illumina, spingono i passanti ad avvicinarli, a toccarli nelle parti intime, a pronunciare parolacce e a subire a loro volta le più laide depravazioni. Questo orrore deve finire, la misura è colma, basta!

Vota Tolleranza Zeno!
Castrazione chimica e morte per tutti i bambini!

giovedì 26 febbraio 2009

Security

Un giovine alloccato: Agente presto ho visto due stupri!
Agente: dove? quando?
Giovine: Ora, li ho visti! sono andati da quella parte!

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Ho smesso da ventidue anni di passare i pomeriggi in cortile a disegnare circoli con il triciclo, e ancora non mi spiego perchè. Quando ancora ero ben lontano dallo smettere, un signore molto pedofilo si è avvicinato alle mie dita, mentre andavo in tondo e in tondo sul mio triruote di plastica, e mi ha detto una cosa che ho ricostruito solo stasera grazie ad uno sbadato versamento di caffè, mi ha detto Cacare è un'autopoiesi bambino mio, cacare è un'autopoiesi. Quell'uomo era Humberto Maturana, e io era la prima volta che sentivo la parola cacare. Non ha cambiato la mia vita di una virgola. Quell'uomo era Humberto Maturana, e da allora la mia vita ha preso una piega assurda. Era la prima volta che sentivo la parola bambino. Quell'uomo era Ruth Benedict.

martedì 24 febbraio 2009

De gustibus, cari miei.

Dalla Fournier c'era un vecchio cliente che chiamavano il Cavaliere, e che aveva l'abitudine di venire regolarmente ogni sera per un rito tanto semplice quanto strano; sbottonava i calzoni e bisognava che ognuna di noi, a turno, venisse a cacarci dentro. Dopo essersi riabbottonato, se ne andava lesto lesto, portando via il suo fagottino. Mentre lo servivamo, si masturbava un po' senza giungere mai all'orgasmo e non si sapeva neppure dove andasse con i calzoni pieni di merda.

da Le 120 giornate di Sodoma
di D.A.F. de Sade

sabato 21 febbraio 2009

PEZZA - Episodio 9: Sursum Corda








domenica 15 febbraio 2009

Post Sushi

sabato 14 febbraio 2009

PEZZA - Episodio 8: Sapore di sole


Un bell'episodio.



E mo' so' cazzi.


venerdì 13 febbraio 2009

E trovo rifugio in un pozzo

La mia città è quella che mi porto dentro, più o meno, mio malgrado, c’è dentro la musica di Ennio Morricone perché mio padre mi ci faceva una testa così, quando ero piccolo e anche tutti i filmatini dell’epoca hanno sotto quella musica lì. E poi ci sono tutte le cose che mi sono passate davanti e io sono sempre piccolo e vado a trovare gli altri a casa loro, perché ci sono tutti quelli che ho conosciuto, c’è la casa di Maurizio Scarpulla che mi ha insegnato quasi tutte le parolacce che conosco, c’è la casa di N.L. che si scaldava nel microonde il piatto per farsi una striscia, mentre con A.P. facevamo a gara per vedere se riuscivamo a fumarci un cannone facendo le flessioni, poi c’è la casa Laura di Lumezzane, che non so perché mi è venuta in mente adesso, c’è quella di Gianluca Zanardelli che nel Lumezzane ci giocava, prima di venire a vivere a San Polo, e che una volta gli avevo raccontato che mia mamma mi aveva detto che quelli che non gli vengono gli orecchioni forse diventano sterili e lui mi aveva risposto che per non essere sterili serviva la sbora e poi è corso in bagno perché aveva la dissenteria.
Ci sono tutte queste case e io non invito nessuno a casa mia e mi invitano gli altri perché quell’essere invitato è già casa mia e io sono sempre piccolo perché con tutte le persone che incontro e le cose che ho fatto mi sembra di non crescere mai e neanche la città cresce o si allarga, semmai sono le strade che scompaiono. Ecco, facciamo che la mia città non si allarga, ma ogni casa nuova, ogni condominio, occupa lo spazio dove prima c’era una strada, che se la seguivi partivi dalla casa di uno e arrivavi alla casa di un altro, ma adesso, al posto di quelle strade da seguire e da scegliere, ci si mettono altre case o magari palazzi interi e diventa sempre più come a Venezia che se apri una finestra finisci nella casa di un altro e il problema non è il fuori, perché il fuori non esiste più, perché comunque vada sei sempre dentro a qualcosa, sempre a chiedere permesso prima di entrare sempre a salutare prima di uscire, ma non si esce mai, sei sempre dentro perché di strade da scegliere, in mezzo, non ce ne sono più. E questo, per quel che mi riguarda, è un problema.

martedì 10 febbraio 2009

Dachau

Quello che dice la gente
questione di centimetri
e potevo dirlo io.

sabato 7 febbraio 2009

PEZZA - Episodio 7: Cardio Ursidae

Un divano, copiosi tarallucci, il plaid della nonna, birra fresca, luce soffusa, caminetto a regime, un coltello in mezzo ai seni, telefono staccato, porta inchiavardata.




Cosa avrete mai fatto per meritarvelo?

Metempsicotico

A volte succede di vedere certe persone che conosciamo in alcune persone sconosciute, come se le prime si fossereo incarnate in corpi estranei, mai visti prima.
Sembra di riconoscerle davvero ma, in realtà, si è molto conspaevoli del fatto che non sono loro, non lo possono essere, questo lo sappiamo bene.
Succede, però, che si creano mostri bifronti: una faccia visibile ce l'abbiamo davanti e non la conosciamo; l'altra invisibile ce l'abbiamo negli occhi e la riconosciamo ovunque.
Anche a te, ti ho vista nella faccia di un camionista polacco seduto al bar dell'autogrill, avevate lo stesso modo malinconico di bere la birra, ma lui i baffi li aveva più belli.

martedì 3 febbraio 2009

Bilgelik


Alle otto e mezza, dopo una rapida colazione, Giacomo constatò che tutto fino a quel momento era andato molto bene: decise di non sfidare ulteriormente la sorte -per oggi può bastare, si disse- e tornò a letto.