pudenda

venerdì 29 febbraio 2008

giovedì 28 febbraio 2008

lo spettro del comunismo

E adesso?

Su un manifesto del PD di fianco alla faccia di Walter c'è scritto

NON PENSATE A QUALE PARTITO. PENSATE A QUALE PAESE.

Io ho pensato: Spagna.

E adesso?

mercoledì 27 febbraio 2008

God doG

La garrula Albione mi diede modo di scovare
il sottile e blasfemo sotterfugio: il cane è Dio ribaltato.

Sì, Dio e cane, accomunati da un duplice destino,
ribaltati, e tanto avvinti ora nella mia bocca.

beltà splendea

martedì 26 febbraio 2008

Foxy lady

Me ne torno a casa pedalando
via Leandro Alberti è una via lunga con le villette
come via Nino Bixio a Verona
lunga dritta con quattro semafori che la segmentano
i lampioni fanno luce rada ma si vede bene
stasera non c'è nemmeno nebbia e poche macchine
vedo il semaforo rosso in lontananza e rallento
calcolo ormai maniacalmente i tempi di accelerazione e decelarazione
per non mettere mai il piede a terra
mi passa sulla sinistra una macchina grigia e si ferma al semaforo
la raggiungo con la forza d'inerzia
vedo l'arancione dei pedoni
preparo lo scatto per il verde che puntualmente arriva
passo in velocità la macchina ancora ferma alla mia sinistra
Mi scusi, sento dire alle mie spalle
inchiodo in mezzo all'incrocio tanto non c'è nessuno
la macchina mi raggiunge abbassa il finestrino
una signora che avrà cinquant'anni
penso voglia un'indicazione
Non si vede mica sa, mi dice la signora
Deve metterci un fanale lì dietro
non riesco ancora a dire niente
Si vede che non ci tiene mica tanto eh
come dire alla mia vita
siamo fermi in mezzo all'incrocio
non passa nessuno
col piede a terra guardo la signora
Ha ragione, non ci tengo poi tanto, le dico.
Mi rialzo sui pedali.

lunedì 25 febbraio 2008

Nervoso

Mentre spino la trentasettesima media chiara della sera
un tizio dall'altra parte del bancone mi guarda indicando le mie braccia
Si vedono tutte le vene, mi dice, Hai le braccia nervose.
Passo alla trentottesima annuendo
Fai roccia? mi chiede il tizio dall'altra parte del bancone
No, rispondo posando la trentanovesima sul banco.
Faccio lettere.

un'anticipazione

Forse non tutti sanno nel... I CRISTIANI



Esiste un gruppo di persone, meno sparuto di quanto si possa pensare, dedito a simpatici rituali e a bizzarre credenze. Queste persone sono "i cristiani".
A quanto pare si ritrovano una o più volte la settimana tutti in un un unico edificio, dove un capo (ne hanno diversi sparsi per tutto il territorio, che a loro volta obbediscono ad autorità via via superiori, fino al capo dei capi, che -lungi dall'essere un monarca- sottostà lui pure ad un essere invisibile e con superpoteri illimitati, detto "dio" o "iddio") legge alla platea passi da un libro (secondo alcuni, il libro ogni settimana è sempre lo stesso, di anno in anno e di secolo in secolo da quando questa setta esiste -ed è molto vecchia- ma sull'informazione c'è non poca perplessità) e guida la gente in minimali coreografie molto belle e pittoresche a base di inchini, strette di mano, mormorii e marcette.
Ma se queste curiosità possono far sorridere, ci sono in questi rituali anche degli aspetti oscuri e quasi inquietanti: ad un certo punto della celebrazione tutti gli adepti, in fila e in una sorta di trance autoindotta, mangiano "il corpo e il sangue" (secondo quanto recita la cupa litania che insieme declamano) di un tizio (tal "gesùdinazaret", oppure "cristo" -questa seconda è poco probabile, dal momento che "cristo", come tutti sanno, è in primo luogo una ben nota esclamazione), supposto fondatore del culto. Si tende a ritenere questa macabra abitudine un retaggio di antiche pratiche cannibalistiche.
Ad ogni modo, il panetto che i fedeli ingeriscono, sarebbe solo una ricostruzione simbolica. Sarebbero da ritenere di scarsa rilevanza i risultati di alcune indagini sull'incremento del picco di omicidi e sparizioni nelle zone adiacenti ai luoghi di culto.
I panettieri tacciono.



◄ La "vergine maria", o "madonna", secondo il mito madre di gesùdinazaret e cantante pop.
Curiosa la convinzione, che si evince già dall'appellativo, che per quanto madre, la donna sia rimasta illibata. Questo, che secondo la credenza è da attribuirsi ad uno dei molti poteri di iddio -oltre all'invisibilità, quindi, la capacità (di dubbia convenienza) di mettere incinta una donna senza penetrarla- secondo fonti storiografiche invece sarebbe da ricondurre ad un costume di moda all'epoca: la fecondazione per sfondamento anale.

domenica 24 febbraio 2008

superfluo tributo alla cattiva consigliera

L'altro giorno incontro uno sotto i portici
era di fretta
mi dice
"Sarò breve: Ciao."

superjottibros

mangio il superfungo
ed esco
nella notte

giovedì 21 febbraio 2008

Più facile entrare nel regno dei cieli

di Michele Barbolini

Alle 18 e 94 ho perso il bottone terzo del cappotto
quello in fondo il terzo di tre vale a dire adesso sono sbottonato per un terzo
che non è metà ma fa il suo effetto lì giù in basso
o in alto se lo guardi a testa in giù
allora ho chiesto a un' amica Mi dai un ago?
Non hai un ago? mi ha detto Non è possibile
Si che è possibile le ho detto ad esempio io non ce l'ho
Ma ce l'hanno tutti mi ha detto
Quasi tutti l'ho corretta
insomma ho cominciato a pensarci anch'io e in effetti un ago ce l'hanno tutti
anche quelli che non lo sanno la volta che gli serve spunta fuori da un cassetto
Tutti apparte me ho pensato tutti hanno un ago io no
poi ho pensato che gli aghi son quelle cose che nessuno compra e tutti hanno
secondo me gli aghi non li fanno più dal '47
han saturato il mercato ormai ce li hanno tutti se li passano se li prestano
non ho mai visto nessuno comprare un ago
Dove lo compro un ago? ho chiesto alla mia amica
al supermercato ha detto O in merceria
Merceria non ci son più le mercerie
e al supermercato devi comprarne 20
ne voglio uno
un bottone un ago
Uno non te lo danno mi ha detto la mia amica
Perchè uno no? le ho detto
Prova mi ha detto
ho provato
ho trovato una merceria nel mio quartiere
quartiere mazzini di Bologna
Pensavo che non c'eravate più ho detto alla signora della merceria
Ci siamo mi ha detto Cosa le serve?
Un ago
Un ago?

Come lo vuole?
Piccolo così col buco per il filo
Ma che ci deve fare? mi ha chiesto la signora
Attaccarci un bottone il terzo del cappotto
Mica posso dargliene uno solo mi ha detto la signora
Perchè no?
Perchè no mi ha detto
E quanti me ne da?
Son confezioni da 10 mi ha detto
E che ci faccio con 10?
ma la signora non mi ha risposto
guardava un'altra signora nella merceria come per dire che ero matto
allora mi sono chiuso il cappotto fino al secondo bottone
e stavo per uscire ma son tornato indietro
Un pagliaio, ce l'avete un pagliaio?

giovedì 14 febbraio 2008

Sardinia blues

In questo momento -, sostiene Licheri,- In questa fase delle nostre esistenze è necessario che noi tre perseguiamo un processo di abbrutimento e degradazione della nostra natura e della nostra indole e che abbassiamo drasticamente le nostre aspettative rispetto al mondo e alle nostre possibili compagne di una notte o di una vita e che prendiamo ciò che viene con un sorriso losco e soddisfatto sui nostri volti, per il nostro bene è giusto che noi operiamo in questo modo, una fase transitoria che sola può portare alla guarigione -, sostiene Licheri

Flavio Soriga, Sardinia blues (Bompiani)

martedì 12 febbraio 2008

fumosa

la sera fumosa d'estate

passando dietro la stazione

il sol ridea

calandosi sei chili di eptadone

lunedì 11 febbraio 2008

lunedì

mi scappa la pipì

giovedì 7 febbraio 2008

Benfico

ecco,
-la ciliegina nella scarpa
il sassolino sulla torta
mi sono confuso
-baciare la mia amata al tramonto
mi provoca sempre un certo disagio
-sul ponte, nel mio pastrano
dal '52

u. s. v.

la sera che t'ho rincontrata
mannaggia che fare non so
tu stavi mangiando insalata
io stavo cagando però

il tuo sguardo nobile attento
a se mi tirò calamita
millenni passar nel momento
rividi la mia stessa vita

fuggir non potei più e più forte
mi tirava a sè il tuo calesse
per poco non trovai la morte
in te mio amor mia bici-esse.

Noja

Come tutti i nati nell'82
ho evitato provvidenzialmente la naja.

Ma la noia?

ispirato dalla precedente, con riverente ammirazione

sapersi comportare a tavola
è una virtù ormai rara mi sa
quanti gomiti mal riposti
trovi sulle tavole degli italiani popolo bello sublime
quante casalinghe di voghera
trovi avvinghiate a un sozzo truogolo
pregno d'umori infami
quale etichetta imporrebbe mai
a un ruotolo qualunque
d entrare in sala da pranzo vestito a festa la sua
ruotolo il motorino del genoa
l etichetta la sua
la festa la sua è il lunedì
e lo sapevo sarebbe finita così

lunedì 4 febbraio 2008

sapersi comportare a tavola







Le gambe lunghe di Babalù

viaggiato poco, scorso molte pagine di carta
scavandomi percorsi nell'infinito umano
come una talpa, Der Kleine Maulwurf,
five miles meandering with a mazy motion,
per riemergerne solo a tratti, fradicio
dell'inconscio del mondo, sfortunatamente disattento - io.

vissuto poco, un carapace da primo novecento,
sto fermo a ponderare il primo passo
da ormai venticinqu'anni (sono/vecchio!)
e devo dire di aver approfondito discretamente
biofisica, etica, logica fuzzy, analisi del rischio, persino il pons asinorum.

l'uomo del duemila è il nulla, non l'eroe
né l'antieroe né l'inetto
né ridicolo né picaresco, Totò
Totò Merumeni, dove sei finito?
L'uomo e la donna del duemila si sono sfracellati
in mille pezzi ad opera della loro
ansia di disgregazione.

questo millennio si apre sul nulla.

domenica 3 febbraio 2008

San Leonardo, abate di Noblat

Leonardo nacque tra il 491 e il 496, cioè verso la fine del V secolo nel castello di Vedone, antico "castrum Vendonicense", nel villaggio di Correy vicino ad Orleans (Francia).
I suoi genitori erano dignitari alla corte dei Franchi, forse appartenevano a famiglie romane stabilitesi in Gallia da molto tempo.
Dei suoi fratelli si ricorda solo Lipardo che compare più tardi nella vita di Leonardo.
Fu battezzato con rito solenne dal vescovo di Reìms, San Remigio, che in seguito si interessò moltissimo della sua educazione cristiana. Gli fece da padrino Clodoveo, Re dei Franchi.
Leonardo trascorse la sua infanzia e fanciullezza nella serenità della sua famiglia, educato ad essere un buon cittadino, un buon cristiano, un valoroso soldato, un perfetto uomo di corte, che continuasse le tradizioni familiari.
Sentiva grande attrazione per la preghiera e spesso chiedeva al sacerdote di parlargli di Gesù, di Maria, degli apostoli e dei Santi.
La vita di Gesù a Nazareth lo interessava e lo commoveva. Gesù fanciullo era il modello a cui lo consigliavano di ispirarsi i suoi educatori ed egli, come Gesù obbediva a tutti.
Leonardo pur svolgendo, con vivo spirito di soprannaturale carità, l'apostolato cristiano tra le classi più bisognose del suo tempo, si sentiva sempre più attratto per una vita di maggior ritiro dove attendere nella meditazione e nel lavoro ad una più intensa unione con il Signore per purificare la sua anima e santificare se stesso.
Fu ciò che lo spinse a rinunciare alla pingue eredità paterna e a distribuire ai poveri di Cristo quanto possedeva.
Rinunciò alle ricchezze, agli onori, alla sicura carriera civile, politica, militare, ed ecclesiale che molti coetanei gli invidiavano e scelse la vita monastica per essere più intimamente unito a Gesù.
Lasciò tutti e tutto con la benedizione di San Remigio.
Anche il fratello Lipardo volle seguirlo ed imitarlo.
I due fratelli bussarono alle porte dell'abbazia di Micy e li accolse l'abate San Mesmino.
Alla morte dell'Abate San Mesmino, credette giunto il momento opportuno per tentare di realizzare la sua scelta di vita.
Lasciò il monastero di Micy per cercare nelle foreste aspre e selvagge un ritiro solitario più adatto al sua ideale religioso. Con una bisaccia e un bastone Leonardo s'allontanò e si diresse in Aquitania per farsi Santo nelle foreste di Pauvain e qui, per ispirazione divina, fissò la sua dimora.
Una capanna di frasche, sotto un annoso albero fu la sua prima abitazione.
Morì sulla nuda terra il 6 novembre dell'anno 559 e la chiesa annoverò un nuovo santo.

sabato 2 febbraio 2008

Forse non tutti sanno nel... I GATTI

Secondo studi recenti e non, svariate specie di gatti presentano nella cavità orale un'escrescenza carnosa del tutto simile alla nostra lingua, in forma e funzioni. Biologi e zoologi sono concordi nel definirla "lingua".