- C'erano parecchie altre riviste, tutte molto felici perché potevano vedere l'Umilissimo Mangiamerda. Ne cito alcune: costolame, pazzelfo, ignubile, malma, tegliera, aleppo, generAzziode, taccuino all'idrovora. Altre le trovate elencate qua: qua.
- Noi riviste abbiamo parlato tra di noi, alcune provocando un certo imbarazzo per delle cose rimaste tra i denti, visibilissime. Si è parlato di cose belle, primaverili e turgide, come dell'opportunità di costruire una rete per supportarci a vicenda e arrivare meglio al lettore (il primo passo è questo blog: questo blog); della voglia di rendere il BIRRA un evento fisso, a ricorrenza annuale, e importante a livello nazionale; dell'idea di creare un'EMEROTECA DELLE RIVISTE INDIPENDENTI, dislocata potenzialmente in tutta la nazione, con relativo motore opac di ricerca online.
- Birra. Non l'acrostico, l'altra. E molta g.r.a.p.p.a..
- Il Traghetto Mangiamerda si è prodotto in una squisita performance di action compositing, ignorando Gutemberg con sprezzo, risultato della quale è
Un parto invero ancora in corso, per ora sono uscite la testa e una gamba, e che terminerà -tornati a Gutemberg con la coda tra le gambe- in un lampo o poco più. Attendete tutti con gli occhi spalancati e senza respirare, per ora accontentatevi di questa anteprima:IL NUOVO NUMERO
DEL TRAGHETTO MANGIAMERDA.
domenica 29 maggio 2011
DOPO LA BIRRA, PRIMA DELLA SPUMA
martedì 17 maggio 2011
MANGIArMERDA e BIRRA!
Raffaele Bendandi pare l'avesse previsto da tempo,
ma come spesso accade non gli avevano dato retta.
DOMENICA 22 MAGGIO
sbarcherà al BIRRA, il festival delle riviste alternative italiane
Una foto:
Per l'occasione, pulviscolari Atteoni,
potrete ammirare le nostre sciocche membra
E
-godere dell'ultimo numero!
-godere del numero dopo!
-godere delle nuovissime spillette!
E non è tutto.
martedì 3 maggio 2011
Im-paris
L'odore di piscio sbuca dietro l'angolo, nella metropolitana, colpendoti in faccia con tutta la sua irriverenza, e non lo puoi evitare. Segui le suole di altre scarpe, che seguono le suole di altre scarpe che salgono le scale, e poi le scendono anche, mentre le tue ti fanno male, e non sai perché. Schivi gli sputi, oltrepassi le noccioline, sfiori una donna profumata; poi una vecchia ti spinge, tu barcolli verso il muro, strappi un manifesto già mezzo strappato, non urli niente e te ne vai. Ogni giorno chiaccheri con la tua solitudine e le dici di non fare brutti scherzi, ma lei non dice niente, ti sorride, si sistema i baffi finti e resta lì. Allora cerchi di parlare con le persone, ma le parole si fermano lì, come un'esitazione tra il dentro e il fuori, che non sa dove andare: ti resta un sapore di niente nella bocca. Così accumuli del fiato tra le labbra, che non riesci più a trattenere; non ti resta che sbuffare e continuare, come i veri parigini. C'è un pupazzetto morto sul marciapiede, lo calci e vai via. C'è un pezzo di pane, lo calci e vai via. C'è un bottone giallo, lo raccogli e vai via. E' una lotta impari tra te e la città, che sa esattamente quello che non puoi trovare. Ti aggreghi ad una manifestazione: un segno di ribellione (pensi). Poi aspetti che il sole tramonti, per insultarlo di nascosto.