pudenda

martedì 7 giugno 2011

Camminarti

Un vecchio ubriaco mi barcolla davanti, cammina a fatica sulle sponde dei piedi, vedo le sue mani sbucare fuori dalla giacca, troppo grande. Un cieco sbatte il suo bastone bianco contro una panchina, due gambe lunghissime lo dribblano, sorreggendo una minigonna rossa. Una coppia urla in mezzo alla strada, una bici sfrecciando li taglia in due. Lei raccoglie la borsa, lui non insegue la bici. Una pioggia fine cade e non bagna. C'è un uomo sdraiato su un materasso per strada, abita l'angolo morto tra due palazzi. Sento lo scricchiolio che fanno le scarpe di quelli che giocano a basket nel campetto sotto casa. Qualcuno urla, la donna col passeggino non si spaventa, il bambino ride. Le strade si fanno passeggiare al ritmo che preferisci: ora lente e distratte, ora frenetiche e scontrose, come se stessi inseguendo qualcosa tra la folla. La pioggia continua a cadere e non bagna. Seguo le traiettorie di persone che mi portano fuori rotta, e immagino le loro vite al riparo dalla strada. Seguo una ragazza nera che cammina rapida e silenziosa, un uomo con un cappello strano, una signora con un tatuaggio sul collo, forse una chicciola, un bambino con la giacca verde che tiene per mano la nonna, alcune magliette a righe orizzontali che attraversano la piazza. Qualcuno cerca di rubare il telefono ad una ragazza che lo tiene in mano. Nessuno si accorge della pioggia, nemmeno le finestre sembrano bagnarsi. Allora fermo la clessidra e immagino il mare, la neve, le foglie gialle fuori stagione.