pudenda

giovedì 31 dicembre 2009

Aaah!

mercoledì 30 dicembre 2009

Blitz Pisscosen

http://www.genitoricattolici.net/basic%20instinct.wmv

Poco prima della fine

Ho due bottiglie piene nella testa. Ho sei bottiglie vuote sul davanzale della mia finestra: chi avrà bevuto le altre? Non ho la moglie ubriaca. Non ho una moglie, nemmeno. Sono solo con le aspirine nella mano. Un piede si appiccica alla ciabatta, che si appiccica al pavimento, che ondeggia sotto di me. Sono in barca: chi avrà bevuto le altre? Mi ricordo l'autostrada vuota, non c'era nessuno, io guidavo al centro, come su un binario, poi l'uscita. Se svuoto le bottiglie dalla testa, penso, recupero qualcosa nell'equilibrio dei liquidi: allora magari piscio. Mi ricordo che sono tornato a casa, una donna cantava una nenia spagnola, un cowboy beveva il latte dalla bottiglia sotto un lampione, una bambola di pezza spalava la neve. Non mi ricordo dove ho parcheggiato. Non ho una macchina, nemmeno. Cerco mia moglie nel letto, poi mi ricordo: non ce l'ho. Io ho solo due bottiglie piene nella testa, due aspirine calde nella mano, un caffè grigio nella tazza, un'autostrada vuota ieri notte: chi avrà bevuto le altre?

sabato 5 dicembre 2009

Spatuzza Gaspare




sabato 28 novembre 2009

Cruccy

Sergio non credeva ai miracoli, ma un giorno, fuori da un caffè, trovò la risposta ai suoi crucci.

"Si puo ordinare nel regime di Online – la qualita del produttore – il 100% dell’azione utile


Le opinioni dei nostri clienti:

- Il sesso porta piu soddisfacimento. Lo stress e la tensione sono spariti. Lei non si rattrista piu, ora io non temo, che saro costretto a negare. E` una sensazione fisica sbalorditiva, dopo la quale segue lo stesso sentimento profondo.

- La cosa migliore del Vi e` la sicurezza della possibilita di «volare con autopilota»,
rilassandosi e senza la necessita` dell’entrare nel merito di quel fatto, che il pene continua a trovarsi in posizione verticale, anche quando tu sei interrotto (i figli battano alla porta della camera da letto, il cane abbaia, il preservativo scivola). Quando prendi coscienza del Vi, questo puo anche stare un grande regalo per la compagna. C’e solo un consiglio: non le dica, che lei prende il Vi: l’apprezzamento di se’ stesso femminile e` anche molto suscettibile.

- confezione confidenziale
- pagamento confidenziale
- non richiede la visita medica
- consultazione medica telefonica gratis
- non c’e bisogno di aspettare a lungo – la consegna nel corso di 2-3 giorni
- ordinazione comoda e confidenziale nel regime di online.
- Online -negozio di licenza
- nessuna spesa nascosta

Ordini oggi e dimentichi delle sue delusioni, delle lunghe paure del rifiuto e le situazioni dolorose ripetibili."

Il giorno dopo, il sole calò sulla città alle 21e38.

giovedì 26 novembre 2009

Dei cachi in autunno

Ieri era domenica e Valentina aveva la sensazione di non essergli necessaria. Decise di prendere a calci le foglie. Per smettere di essere ferma. Si guardava come una bambina distrutta. Era arrabbiata perché lui non l' aveva avvisata che l’autunno la rendeva ancora più piccola. Oggi è lunedì e Valentina si commuove per i suoi calzini pesanti; a guardare bene è rimasta una foglia gialla tra le sue dita.

mercoledì 11 novembre 2009

Rutelli lancia il suo movimento, si chiamerà "Alleanza per l'Italia"


Perchè? Mi chiedo.
Ho la pipì che puzza di medicinali e non vedo il sole da giorni, se non in cielo, scorro lepido le pagine del satellite e finisco su RED, questo canale nato rudere sugli ingiusti ruderi di NessunoTV, se ben ricordo, e adagio i miei nembi su questa non pretenziosa MTV nostrana.
Lascio andare, e torno a studiare. Ad un certo punto, una fitta nel costato. Per un riflesso che la settimana, animale ciclico, ha insegnato ai miei gesti, mi alzo in direzione del cesso. Poi no, sento, capisco, mi giro: la musica si è interrotta, Rosy Bindi sta parlando.
E' il congresso del PD. Un brivido mi sale lungo la spina dorsale, mi aggrappo ad una sedia, guardo la porta, via di fuga lontana, sono da solo in casa. Ho paura. E adesso che cazzo faccio? Cazzo cazzo cazzo. Sono solo in casa, otto giorni di malattia mi hanno tolto forze e lucidità, ho paura.
Calma. Mi devo calmare. Movimenti lenti, fare finta di niente, è la cosa migliore. Senza smettere di stringere la sedia mi siedo, alzo piano lo sguardo verso la televisione, allungo la mano verso il telecomando, adesso a parlare è un giovane dall'accento toscano. Un suo acuto blocca il mio dito a pochi millimetri dal tasto "mute", la mano trema, la ritiro, rinuncio, cerco di respirare a fondo. Inspiro, espiro, inspiro, espiro. Chiudo gli occhi, comincio a ripetermi, a mezza voce: "la sinistra la sinistra la sinistra la sinistra la sinistra la sinistra oddio la sinistra la sinistra la sinistra esiste la sinistra non è un concetto la sinistra la sinistra la sinistra la sinistra non è questa non può essere questa la sinistra la sinistra la sinistra..."
La cantilena non smette, il pensiero per un attimo vola via, vola a te, che dove sei finito, che fine hai fatto amore mio, quand'è che abbiamo smesso di volerci bene, cominciano a comporsi le linee del tuo volto, i riccioli della tua barba, comincia a pronunciarsi la domanda, perchè, sto per chiedermi, perchè amore mio perduto, riapro piano, provvidenzialmente, gli occhi. Gad Lerner è sul palchetto.
E' sabato, c'è il pane fresco, spengo la televisione e la mia stupida commedia, capisco che il nesso di tutto sono solo io, le risposte sono semplici e tristi, che riduttiva che è l'esistenza, se la guardi quando non ti vede.
Mi faccio un panino col polipo, verso le tre lo vomito e mi rimbocco le maniche.

martedì 27 ottobre 2009

Poesie in forma di Bondi

L'I-Pod

Esecutore immanente
Mela cotogna
Pastore di popoli

Emiliano Zapata


Cavallo fumante
Sigaro anelante
Mustacchio sbarazzino
Fucile sparato
Pedro adelante

Alessandro Manzoni

Piazza vuota
Pensiero sacro
Pensiero biricchino
Colonna infame
Ministero dell'Istruzione

Alberto Moravia

Io e lui
Agostino impacciato
Indifferenti annoiati
Roma borghese
Cazzi ovunque

Rocco Siffredi

Trono duraturo
Libro infinito
Schiappa al tressette
Garibaldino tardivo
Eroe dei due lombi

Sandro Bondi

Ombrelli chiusi
Tazzine sporche
Ceneri di Gramsci
Mutande sgommate
Capelli corti
Trucido cappone
Occhietti afoni
Pelle afona
Pugno chiuso
Pugno aperto
Cuore smerigliato
Stipsi orgogliosa
Do di petto
Parole ponderate

giovedì 22 ottobre 2009

Arse Pride

R. è tra noi.
E ci indica la via.
Ed io.
Ho creduto che.
Avrei dovuto.
Insomma.
Il mio nome è lì.
Accanto al cognome e.
Io ce l'ho.
Ecco.
Questo orgoglio.

R. credeva che lavarsi i denti prima di andare a dormire fosse cosa buona e giusta.
Dio guardò in giù.
E ordinò un bourbon.


lunedì 19 ottobre 2009

sigometrie

e4 - e5



Ac4 - Ac5



Df3 - Cc6



D x f7



matto


domenica 18 ottobre 2009

Tra qualche istante

esco e vado a giocare a tennis.
Per dimenticare la
barbabietola.
Diomio
no.

giovedì 24 settembre 2009

Cacchio&Pistacchio



martedì 22 settembre 2009

de re torica

"traslai verso il velodromo che saranno state le cinque meno venti"
da tentativo di poesia inutile di roberto bussola detto bob

aimè, ainoi, ailasso!
ruminando nel passato, scavando tra le rovine
di antichi gioghi,
ti trovo questa frasetta
simpatica.

mi dico tra me e me:
dì un po', ma che cos'è
che fa un siffatto verso
sì florido, sì terso
sì rapido al cervello
sì diafano sì bello?

(quando parlo da solo mi esprimo in settenari).

sarà l'ora, prossima al tè?
l'amato velodromo, ameno
che già fu nella consegna concorsuale
un faro per le anime perse?

ma dopo un attento guardare
mi accorgo, lo scorgo, lo spiazzo, lo scortico
il verbum caro fatto alle finestre.

lo appiccico qui, quel futtuto
traslare.

Diabolico, traslare maledetto!
ché ti trovai supino e ti levai di là,
per pietà,
ma ora pietà chiedo per me e i miei congiunti(vi)
o almeno un po' di pace;
altro non chiedo che un attimo di pace
sapendo inesorabile la tua ascesa
all'infinito.

sabato 19 settembre 2009

Dal gelataio (versione integrale)

.
.
.
SABATO E DOMENICA CHIUSO
.
.
.

giovedì 10 settembre 2009

IL PODCAST DEL MANGIAMERDA

Lady Mangiamerda ha le sue cose.
Quando ciò accade, signori miei, meglio starle alla larga. Morde.
Con cautela l'abbiamo seguita, quatti, ai giusti passi di distacco.
E crogiuolo e raschietto e cucchiaio alla mano, sfidando l'anchilosi, ci siamo ripetutamente piegati: a ricuperar del regal mestruo la traccia.
Ed ecco, a voi:



Il Traghetto Mangiamerda ha il suo podcast.
Che diavolo...?
Nato ancillare a RadioTraghetto, è destinato a diventare ben più di una costola di Rosamaria di Sterco. Svincolato dalla gabbia della contemporaneità, caro avventore, potrai ascoltare i nostri migliori prodotti sonori -passati o meno dalla diretta radio- e perfino abbonarti ad essi. Questo è il podcast! Questo è il potere di Greyskull!

Toccami in questi punti:
clitoride: tutti i nostri podcast
capezzolo: ITunes Store
punto G: FeedBurner
dietro l'orecchio: diritti al nostro podcast

Godrai anche tu,
di riflesso.

martedì 8 settembre 2009

Allegria.

Mi sono svegliato con le natiche orrendamente sbottonate.
Mamma, perdonami, eri incolpevole, e io ti ho dato ingiustamente quelle martellate tra i capelli. Troppo tardi ho capito.
Il re del pop, Mike Bongiorno, è morto.
Siamo tutti colpevoli. Guardiamoci in faccia. L'abbiamo ucciso io e tu e tu.

E' morto, e mi gioco il jolly che diventerà una delle icone postume della sinistra.
E' giusto, è morto, e ci piace. Ci piace, oggi, a un anno al primo anniversario della sua morte -in circostanze tutt'ora tutte di chiarire, ricordarlo così. Durante una delle sue prime conferenze nei dintorni di Yale.



Nessuna facile ironia.
Si parla di un essere umano che se n'è andato.
E' difficilissimo.

domenica 30 agosto 2009

Wimble.doc


Sì.

Il Traghetto Mangiamerda parteciperà al torneo Wimble.doc.

Approfittando di un vuoto legislativo, i ragazzi del Mangiamerda si sono inflitrati nel suddetto torneo e ora li potete vedere, vestiti di tutto punto, ai blocchi di partenza. Non ci sono nemmeno tutti. Uno di loro chiede insistentemente all'arbitro dove sia la toilette.

Ma diamine - direte voi interrompendo questo vano sproloquio - cotesto Wimble.doc cos’è? Stai a vedere che è la solita ruberia.

No, tranquilli. Leggete qui sotto.

Qui parte la citazione:

Wimble.doc è il primo torneo mai organizzato di racconti a squadre in Rete.

CHI L’ORGANIZZA?
Wimble.doc è ideato e progettato da Alessandro Milanese, Enrico Piscitelli e Alessandro Romeo.

CHI PARTECIPA?
Otto squadre, otto! Riviste letterarie, fanzine, blog collettivi e squadre costituite all’uopo per vincere il torneo più cool della Rete.

QUANDO SI GIOCA?
Si comincia i primi di settembre e si finisce a metà dicembre.

PERCHÉ PARTECIPARE A WIMBLE.DOC?
Per fare rete, per mettere insieme chi fa cultura, per divertirsi, per il piacere di scrivere, per conquistare lettori, per farsi conoscere, e per vincere!

Qui termina la citazione.

Dunque, per seguire le tragicomiche disavventure letterarie dei ragazzi del Traghetto, i loro buffi capitomboli grammaticali, la loro slapstick comedy linguistica e il loro slancio vanziniano, vi basterà consultare il sito del torneo con assiduità, oppure in un momento di malessere e melanconia, nelle notti di luna piena.

Astenersi licantropi, individui altamente alfabetizzati e perditempo.

martedì 25 agosto 2009

La tega dei nani lentissimi

Il mio cane mi si avvicina e dice:
-C'ho na tega in testa.-
-Come prego?- Chiedo cortesemente io.
-'sto mondo fatto solo de nani.-
-Credo di non capire.-
-E oltre che nani so' pure lentissimi. Quasi moviola. Di nascita.-
-Coltre di nebbia fitta.-
-In 'sto mondo una mezza sega come te sarebbe un eroe.-
-Perchè dici?-
-Saresti un Dio agli occhi dei nani lentissimi.-
-Tu credi?-
-Bau.-
Restiamo per qualche lungo istante immobili, a fissarci.
Con occhi umidi per le lacrime infine esclamo:
-Ti voglio bene Max.-
-Puliscimi il culo.-

venerdì 21 agosto 2009

Esempio

Ho visto un ombrello abbandonato sul marciapiede. Mi sono avvicinato che ancora respirava. Ma poi è caduto, e non se ne è fatto più nulla. Così ho chiesto ad un passante, se nel frattempo si era fatta l'ora. Ma aveva freddo anche lui ed è corso via in moquette, senza batter ciglio. Sono andato fino in fondo alla via per vedere se sul più bello. E invece no, perchè non c'era più l'occasione. Sono tornato quindi sui miei passi facendo bene attenzione a dove mettevo il naso, senza pigliarne,purtroppo, nessuno. Sconsolato, me ne son tornato allora da dove stavo andando, e li vedo quel tale di prima che mi dice.

domenica 9 agosto 2009

Apertura

In quel tempo Carlo, figlio di Paolo, entrò nel Bar e vide che Lui era già li che lo aspettava. Si sedette al Suo fianco e disse: -E' tanto che aspetti?- Lui lo guardò sorridendo e rispose :-Perchè chiedi ciò che non sai?- Allora Carlo sollevò la mano per chiamare a sè il cameriere e ordinare da bere, ma prima che potesse fare ciò Lui, levando gli occhi al cielo, disse a gran voce: -Oggi incomincia la mia nuova vita, non è più il tempo delle attese ma delle risposte.- E dopo aver detto queste parole, alzatosi in piedi, si diresse verso l'uscita. Così Carlo vide che le Sue vesti erano bianche e i Suoi piedi erano nudi. Non capendo ciò che vedeva chiese: -Non hai freddo?- Lui si girò un'ultima volta verso Carlo, figlio di Paolo, e gli disse:-Il cuore del malvagio è freddo come la pietra, mentre il cuore del giusto è luminoso e riscalda lo spirito-. Grande fu in quel momento il mormorio che si levò dalla folla che era attorno a Lui. Allora Egli abbandonò quel luogo chiamato Bar e si diresse a sinistra. E fu così che Carlo ordinò una birra media.

sabato 8 agosto 2009

PEZZA - Episodio 33: E poi dritto fino al mattino




zero

sabato 1 agosto 2009

PEZZA - Episodio 32: Il piccolo Guglielmo e il signor Idiota


meno uno

sabato 25 luglio 2009

PEZZA - Episodio 31: Speciale fiabe - Volume III


meno due

martedì 21 luglio 2009

montaggio sokkomb!

sokkomb: la giustizia fai da te!


Ikea, una ghigliottina da montare
provocazione contro la giustizia 'fai da te'
Nel parcheggio del punto vendita di Casalecchio a 99 euro
La ghigliottina esposta allIkea

Si chiama "Falegnameria Sociale" il collettivo di "designer-contestatori" che sfruttano la valenza simbolica degli oggetti prodotti in serie per lanciare messaggi di provocazione. Sabato il primo blitz di quella che si annuncia come una lunga serie: nel parcheggio del negozio Ikea di Casalecchio hanno montato una ghigliottina di abete massiccio, smontabile e modulare come i mobili della catena svedese, per sensibilizzare sul tema della "giustizia fai da te".

Tra i passanti, chi si informava sul prezzo dell'oggetto (sul cartellone pubblicitario creato per l'occasione la cifra indicata è di 99 euro), chi dopo aver pensato allo scherzo, si stupiva per l'efficienza della lama, "Accidenti, questa taglia davvero", è stato il commento di un acquirente, mentre una mamma premurosa ha osservato: "L'Ikea non dovrebbe fare ghigliottine, i bambini potrebbero tagliarsi".

I designer hanno una loro pagina su Facebook per raccogliere commenti, mentre annunciano una campagna di blitz inaspettati e pubblicità ambigue, che lasciano intendere un seguito "a puntate", proprio come quelle di solito usate dalla catena svedese. Informazioni e aggiornamenti su: http://www.facebook.com/pages/Sokkomb/110486106119

(20 luglio 2009)

sabato 18 luglio 2009

PEZZA - Episodio 30: In mezzo ai seni, nessuno



eventuali disagi



eventuali scuse

sabato 11 luglio 2009

PEZZA - Episodio 29: Bocca sporca di coltello



ecco.
solo un suggerimento: poi, aspettate un attimo.

martedì 7 luglio 2009

Di cosa staranno parlando?

Le opinioni dei nostri clienti:

- Il sesso porta piu soddisfacimento. Lo stress e la tensione sono spariti. Lei non si rattrista piu, ora io non temo, che saro costretto a negare. E` una sensazione fisica sbalorditiva, dopo la quale segue lo stesso sentimento profondo.

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rilassandosi e senza la necessita` dell’entrare nel merito di quel fatto, che il pene continua a trovarsi in posizione verticale, anche quando tu sei interrotto (i figli battano alla porta della camera da letto, il cane abbaia, il preservativo scivola). Quando prendi coscienza del Vi, questo puo anche stare un grande regalo per la compagna. C’e solo un consiglio: non le dica, che lei prende il Vi: l’apprezzamento di se’ stesso femminile e` anche molto suscettibile.

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sabato 4 luglio 2009

PEZZA - Episodio 28: Kelli Beaker

Brutti stronzi. Quando l'episodio è una merda tutti a dire fate schifo, non siete capaci, io farei meglio di voi. Quando invece ci spacchiamo il culo per pensare e creare un episodio fatto bene nessuno dice niente. Volete sapere la novità? Ci siamo rotti i coglioni. Adesso basta. Le cose devono cambiare! Abbiamo una dignità e una sensibilità. Non meritate niente da noi, quindi godetevi questi momenti sporchi ingrati perchè saranno gli ultimi, schifosissimi figli di merda. Brutti stronzi. Inculeremo le vostre madri e bruceremo i vostri cazzi e spezzeremo le vostri eventuali vagine. Punto.

Ecco l'episodio.




Non stiamo ridendo. Per niente.

sabato 27 giugno 2009

PEZZA - Episodio 27: Rorschach








Select

;---------------------------------------------------------------------
[Characters]
;How to add characters
;---------------------
;Use the format:
; charname, stagefilename
;
;eg. For a player with filename "kfm",
; and stage filename "stages/mybg.def"
;type (without the semicolon):
; kfm, stages/mybg.def
;
;If you want to load a different def file, you can enter it
;as a directory plus the def file. This example loads up
;chars/kfm/alt-kfm.def:
; kfm/alt-kfm.def, stages/mybg.def
;
;If you put "random" as the stagefilename, then a random stage will
;be selected for that player. eg.
; kfm, random
;
;Zipped characters are also supported (experimental).
;Place the ZIP file in the chars/ directory. The name of the
;character's .def must match the name of the .zip. For example, if
;you have suave.def, then the zip file should be named suave.zip:
; suave.zip, stages/mybg.def
;
;Optional parameters may follow on the same line, separated
;by commas. Each parameter has the form:
; paramname = paramvalue
;where paramname is the name of the parameter type, and
;paramvalue is the value to assign that parameter.
;The optional parameters are:
;
; - music
; Set the paramvalue to the name of the music file to use
; as the BGM for that character. This overrides the bgmusic
; parameter in the stage's .def file, so you can re-use the
; same stage for multiple characters, but have a different
; BGM playing for each person.
;
; - includestage
; Set the paramvalue to 0 to avoid including this stage
; in the stage select list (in VS, training modes, etc)
;
; - order
; Set the paramvalue to the ordering priority to give the
; character. Valid values are from 1 to 10. A smaller value
; means you will fight the character sooner. You will never
; fight an order 2 character before an order 1 character,
; and never an order 3 character before an order 2 one.
; For example, you might want to set your boss character
; to have order=3. The default order value is 1 if you omit
; this param. See *.maxmatches under [Options] for how to
; limit the number of matches per order priority.
;
; Some examples:
; kfm, stages/mybg.def, includestage=0
; kfm, stages/mybg.def, music=sound/song.mp3
; kfm, stages/mybg.def, music=sound/song.mp3, includestage=0
; kfm, stages/mybg.def, order=3
;
;You can also add a randomize icon to the select screen. To do
;this, put the word "randomselect" on a line of its own, with no
;extra parameters.
;
;Insert your characters below.

Blackheart, random
cable, random
capamerica,stages/WhiteHouseIncident.def , order=1
Colossus_MVC2, random
Cyclops, random
Gambit, random
Hulk_mvc, random
iceman, random
ironman, random
juggy, random
magneto, random
Marrow, random
omega, random
psy, random
rogue, random
sabretooth, random
shumag, random
silversam, random
spiderman, random
spiral, random
Storm, random
Wolverine, random
randomselect
randomselect
randomselect
venom, random
drdoom, stages/drdoombg.def, order=2
randomselect
thanos, stages/thanos_stage.def, order=3
Warmachine_mvc, random
randomselect
randomselect
randomselect

;-----------------------
[ExtraStages]
;Put extra stages here. They will be available in VS and Watch modes.
;For example, you can insert "stages/mybg.def".

stages/avengersmvc.def
stages/blackheart_stage.def
stages/bluemvc.def
stages/Express.def
stages/hulk_stage.def
stages/ironman_stage.def
stages/magneto_stage.def
stages/manhattan_night.def
stages/MGravey.def
stages/Moon.def
stages/mutant hunting.def
stages/nycmvc.def
stages/puerto.def
stages/spiderman_stage.def
stages/DCvsM_Danger_Room.def
stages/shield_helicarrier.def
stages/latveria.def
stages/NewYorkMarvel.def
stages/Spaceout.def
stages/vulturesnest.def
stages/WhiteHouseIncident.def
stages/web.def
stages/gammabase.def
stages/Spiderman2099.def
stages/plane.def
stages/mist.def
stages/city.def
stages/5th.def
stages/fort.def
stages/hilltop.def
stages/harbour.def
stages/cataract.def
stages/showdown.def
stages/valley.def
stages/mall.def
stages/asgard_bifrost.def
stages/bugle.def
stages/dol_ts.def



;---------------------------------------------------------------------
[Options]
;Here you set the maximum number of matches to fight before game ends
;in Arcade Mode. The first number is the number of matches against
;characters with order=1, followed by order=2 and order=3 respectively.
;For example, for 4,3,1 you will fight up to 4 randomly-picked
;characters who have order=1, followed by 3 with order=2 and 1 with
;order=3.
arcade.maxmatches = 8,1,1,0,0,0,0,0,0,0

;Maximum number of matches to fight before game ends in Team Mode.
;Like arcade.maxmatches, but applies to Team Battle.
team.maxmatches = 8,0,0,0,0,0,0,0,0,0

sabato 20 giugno 2009

PEZZA - Episodio 25: Marzpain



Due e Roy.
Il venticinquesimo epidosio di un Aseri che Neprian Venti ha già fatto. Scuota, per poi venire isssiegabilmente dimenticata. Recuperato dai nostri tecnici sotto un'uscita, il materiale ha dovuto subire pesanti interventi di marinaio, e finalmerde il risultato del di un da più di può.



Appena oltre il fastidio, imparerete stuccatura e restauro, questa sorta di sim-cot ante limmerat, così come l'abbiamo imparato noi, perendo nel temo il salto di pareti e il conto con la realtà.
Appena oltre, il fastidio.

lunedì 15 giugno 2009

Ipotesi sulla Guardia Nazionale Italiana.

INDIZI (non è indispensabile leggerli, possono suscitare crisi di riso isterico associate ad acidità di stomaco): camicia color kaki - senape con l'effigie dell'aquila Imperiale Romana sul braccio sinistro, bandiera Italiana sul braccio destro, ruota solare incandescente con fascia sul braccio sinistro, sull'avambraccio sinistro fascia divisionale con ricamata la scritta individuale dei vari gruppi di appartenenza.
Sul pettorale destro scudetto con sovra impresso - GUARDIA NAZIONALE ITALIANA - PER SERVIRVI E PROTEGGERVI - Giubbotto in pelle nero ¾, altresì giacca a vento color nero - kaki modello sahariana- Cinturone nero con spallaccio- Cravatta nera- Scarponcini neri – stivali- Tessera di riconoscimento di appartenenza all’ente- Tessera di Riconoscimento con placca esclusivamente per gli appartenenti alle G.P.G.

La Guardia Nazionale Italiana viene dotata di mezzi stradali, navali e aerei, dotati dei sistemi di emergenza visivi e sonori, previsti dalle vigenti leggi e/o normative. I colori d'istituto sono il grigio, il grigio-verde, il nero e il bianco. Il nostro impegno è finalizzato alla salvaguardia, tutela ed assistenza dei cittadini Italiani. Per far questo ci siamo strutturati in diversi settori di attività:

* protezione civile;
* protezione eco-ambientale;
* protezione ittico-faunistico-venatorio;
* protezione zoologica;
* promozione e divulgazione della storia, delle lingue e delle tradizioni Italiane; con particolare riferimento all'Impero Romano.
* promozione e coordinamento di iniziative di responsabilizzazione civica, di moralizzazione e di convivenza tra gli Italiani, anche prestando la propria assistenza ai cittadini al fine di garantire agli stessi la possibilità di partecipazione democratica a manifestazioni pubbliche, convegni e congressi organizzati da movimenti, partiti ed associazioni;
* agevolare la partecipazione e l'aggregazione dei cittadini alla vita civile, sociale e culturale, contribuendo alla formazione dei progetti di sviluppo civile e sociale della comunità Italiana attraverso la partecipazione attiva dei suoi soci;
* svolgere attività di protezione civile nelle forme e nei modi previsti dalla L. 24 febbraio 1992 n. 225 ed ai sensi del D.P.R. 21 settembre 1994 n. 613, in casi di pubblica calamità;

Tratto da http://www.guardianazionaleitaliana.org/



ED ECCO LA DOMANDA: CHI SONO COSTORO?

- Guardiacaccia.
- Squadristi.
- Militi ignoti.
- Paninari.
- Impavidi aviatori, risposta italica ai fratelli Wright.
- Dementi.
- La frangia più estrema di Greenpeace.
- Personaggi della sesta serie di Lost.
- Membri misconosciuti del PD.
- Licantropi.
- Il cast del Bagaglino.
- Dei veri fusti.
- Schegge impazzite di questa società. (Che pazzo, pazzo mondo.)
- Nazisti zombie.
- Fan di Michael Jackson.
- Comparse di un film sul ventennio scappate da Cinecittà.
- Fantini sadomasochisti.
- Marxisti-Leninisti.
- Uomini che non devono chiedere mai.
- Padri premurosi.
- Un terribile deja-vu.
- I vicini di casa che vorremmo tutti avere.
- Filologi classicisti vecchio stampo.
- Individui sommergibili, ignifughi, incorruttibili. In una parola: Italiani.
- Bracconieri.

sabato 13 giugno 2009

PEZZA - Episodio 24: I Buprofene


E' l'inizio della riscossa.

Lo dico senza tema di smentita.
D'ora innanzi, fino alla fine, il climax ascende.
Si andrà dal bello, al più bello, al bellissimo.






Sempre vostro, e inghippo
e maggiordomo
e mai domo.

lunedì 8 giugno 2009

Trepidazioni elettorali

I feel disgiunto
very very very disgiunto!

domenica 7 giugno 2009

Sandokan!


Ma dico, ci voleva tanto a chiamare le cose col proprio nome?
Arrivano a frotte con la stessa cadenza delle bollette, si installano nelle nostre case, nelle nostre strade, nei nostri giardini. Con arroganza ci ronzano intorno, attentano ai nostri cibi, alle nostre donne e ai nostri bambini. Si infilano dappertutto, se colti sul fatto se la danno a gambe. Non parlano la nostra lingua, si mimetizzano, ci sembrano tutti uguali.

Ora basta. Tremate barbariche bestie, l'italico giardino non vi teme:
è arrivato Sandokan!

sabato 6 giugno 2009

PEZZA Episodio 23: Un beneamato cazzo

Si, sempre peggio.




Provateci voi allora, idioti.

venerdì 5 giugno 2009

Gran Verona


Verona, 3 giugno 2009, ore 17:00 circa.




Un inquilino del condominio che si trova al civico 18 di Via De Betta, esce di casa e nota che qualcuno porta vicino ad un cassonetto dei rifiuti ingombranti. La normativa amministrativa che riguarda questo tipo di rifiuti prevede che il cittadino concordi con il servizio di smaltimento un ritiro in strada. Niente di illegale dunque. Nonostante questo, il cittadino veronese, con l'aiuto di un amico, si fa prendere da una reazione un po' sopra le righe.


Jonathan Zenti
Suoni Quotidiani

domenica 31 maggio 2009

Bisognerebbe spiegarglielo

Io sono uno a cui piace dormire.
Sì, l'ho detto, che male c'è. Ha voglia Brunetta a dire fannulloni fannulloni. Io adoro dormire. La domenica per esempio, rimango a letto fino a mezzogiorno, mezzogiorno e mezzo quando non mi chiamano i miei genitori. Mi chiamano ogni domenica per chiedermi se vado a pranzo e quando mi svegliano mi incazzo e non ci vado, se no ci vado.
Lo so, mi piace dormire, stiracchiarmi e godermi le ore di dormiveglia, quelle in cui sei tu che decidi cosa sogni. Mi piace dormire anche durante i film. Mi sono fatto certe dormite. Me le sono fatte coi filmoni, mica con robetta. Non si dorme sui filmacci o su le serie televisive da due soldi. Si dorme su roba di qualità. Stanley Kubrik, Barry Lindon, 3 ore: dormito; Sergio Leone: C'era una volta in America, 4 ore, dormito; James Cameron, Titanic, due palle, tre ore: dormito alla grande.
Meno male che con la fibra ottica mi scarico un film al giorno e ogni giorno ho un film da vedere prima di addormentarmi, anzi, mentre mi addormento.
è così che mi va la vita.
Poi la mattina mi sveglio, verso le sette e mezzo, un caffé macchiato, un'ascoltata al telegiornale e mi fiondo in bagno. In bagno ci sto una mezzoretta. Sì, perché anche quello è un po' dormiveglia. Poi vado a lavoro. Pausa pranzo e poi lavoro. Finisce alle sei. Palestra o aperitivo e poi filmetto.
Poi adesso ho preso il dolby e il plasma: due mesi per il dolby e cinque per il televisore al plasma. E mi faccio certe dormite.
Solo che ci sono quelli di sotto. Perché non bastavano quelli che stanno a fare l'amore tutta la notte, che quelli ce li ho giusto al piano sopra e tu-tùn tu-tùn tutta la notte. E basta, ditemi voi, che gusto c'è alle quattro di notte ancora a fare l'amore. Le cose sono belle quando ce n'è parsimonia, non quando ci si ingozza. Come con le cose da mangiare, si mangia poco ma bene. Il troppo stroppia, lo dice anche il detto, cosa fai l'amore fino alle quattro tutta la settimana. Ma questi sono studenti, te lo dico io, che hanno tempo per farle, queste cose, che non sanno cos'è la vita.
E se non sono in casa a fare l'amore sono di sotto in piazza a fare casino. Si sfogano, questi disgraziati, non hanno la donna e allora urlano e fanno casino tutta la notte. E non è che chiacchierano, strepitano, urlano. Gozzovigliano. Fino alle quattro di notte. Come quelli che fanno l'amore. Ma dico io, non ce l'hanno qualcosa da fare? Non possono impiegarlo in altro modo il tempo? Non ce l'hanno una famiglia che gli dice di lavorare? Perché questi non studiano più, è evidente. L'università fa schifo, danno trenta anche se ti scaccoli davanti al docente. che l'università italiana non funziona più lo capisci dai tuoi vicini che fanno l'amore tutta la notte o da quelli che ti gozzovigliano sotto casa. Ma ti sembra vita normale? Anzi, ti sembra vita? E il mio Dolby? Che ci faccio? Come mi addormento? Avrò il diritto di addormentarmi.
Poi non dormo, vado a lavorare, rischio di addormentarmi e se mi addormento ho Brunetta che se la prende con me, ma invece di prendersela con me, Brunetta, dovrebbe prendersela con loro. Con gli studenti, che fanno l'amore e gozzovigliano. Che non sanno cos'è la vita vera. Che non producono.
Ma io non capisco, non gliela insegnano a questi, cos'è la vita vera?

sabato 30 maggio 2009

PEZZA Episodio 22: Ci sono scelte che si pagano carissime

sorpresa!





A vostra disposizione.

sabato 23 maggio 2009

PEZZA Episodio 21: Uccise il gatto

Nome:
Cognome:
Nato a:
Recapito telefonico:
Titolo di studio:
Attuale occupazione:
Alberi:
Esperienze lavorative:
Cognome:




Penna blu, trinchetto.
Entro le 18.

sabato 16 maggio 2009

LE ECCEZZIONALI, FUNAMBOLICHE AVVENTURE DI GIUSEPPE ANTOGàNISTA

PARTE SECONDA- IDEE SOCIALI

di Claudio Maneclo


Alla domanda falsamente cortese dell’uomo coi baffi, Giuseppe Antogànista non si scompone.

Senza deporre il giornale ancora aperto davanti alla faccia bianchiccia, intenta una improbabile discussione.

Sorride, riflette un attimo sulla possibile formula di apertura e domanda con atteggiamento complice:

“ Lei ha sicuramente un’infarinatura del pensiero di Gian Giacomo Russeau, vero?”

L’uomo coi baffi aggrotta le sopracciglia (straordinariamente simili ai baffi e simmetricamente disposte 15 centimetri sopra di essi) e ammette:

“ Veramente no..”

Giuseppe incalza velocemente:

“ Orbene, il nostro caro Russeau, che a dispetto del nome sovietico era piuttosto francese, ha scritto illustri teorie sull’origine della Disuguaglianza.”

L’uomo coi baffi non pare convinto, ma non interrompe Giuseppe

“ La Disuguaglianza con la D maiuscola, capisce? In sostanza da una spiegazione piuttosto esauriente delle cause per cui, nella società tutta, i componenti non godano di uguale trattamento.
La cosa pare una ovvietà del resto, ma esistono eccezioni lampanti.
Ad esempio: lei è uguale al suo capo? “

“ Certo che no!” dice quasi offeso l’uomo baffuto.

“ Intendo: non solo fisicamente: la società vi tratta da pari? La vostra retribuzione è uguale? I vostri diritti sono identici? I vostri privilegi si equiparano?”

“ Beh, no.. Lui ha sicuramente molti più vantaggi..” Dice pensieroso il baffo.

“ E lei, nel suo piccolo, non desidererebbe che foste uguali da questi punti di vista appena citati?”

“ Beh, certo! Ma non sono cattivo però.. Non desidero che il mio capo venga declassato.. desidero piuttosto che la MIA di posizione venga innalzata.. in fondo sono un buon lavoratore..”

“ Lei è persona di rara intelligenza, mi creda, e mi ha appena risparmiato, con la sua affermazione, diversi passaggi della mia esplicazione.”
E qui Giuseppe deglutisce, si schiarisce la voce, e continua:

“ Vado a proseguire: la sua posizione è del tutto lecita.. e dirò di più: GIUSTA!
L’uguaglianza non deve essere al ribasso. Bensì deve innalzare tutti i componenti della società. Altrimenti che uguaglianza è? Non è in niente auspicabile.”

“ Va beh.. è vero. Ha ragione. E quindi?” Chiede un pelo spazientito l’uomo peloso sotto le narici.

“ E quindi, che senso ha se in una società con componenti diseguali, si venga equiparati solo negli accidenti? E’ una vera presa in giro!
Per fare un esempio pratico: Io possiedo beni e privilegi diversissimi dai miei simili. Ognuno di noi è come me, in questo. Ma se io salgo su un autobus, o su un treno, allora tutti veniamo trattati ugualmente! Ma al ribasso, nel pagamento! Nella sanzione! Ovverosia: tutti paghiamo, e paghiamo un biglietto (caro) di pari prezzo. Io, un disoccupato, la piccola fiammiferaia e Del Piero..”

Giuseppe chiude il giornale e si volta, accavallando le gambe, verso il finestrino. Vagamente sorridente, schiocca la lingua cercando una formula di chiusura della sua dissertazione. Socchiude gli occhi e asserisce:

“ Un ingiustizia bella e buona..!”

“ Ma lei ce l’ha il biglietto?” Chiede l’uomo coi baffi, e qui faremo notare finalmente che è vestito con una divisa verde e che il suo ruolo è essere preposto alla verifica dei titoli di viaggi dei passeggeri a bordo del treno su cui sta lavorando, e su cui Giuseppe Antogànista sta viaggiando.

Giuseppe si volta e pensieroso dice:
“ Beh.. No.”

“ Dove è diretto?” Chiede il controllore rabbuiato.

“ A Gerusalemme, su per giù”

“ Siamo sulla Milano Venezia..” Dice cinico il controllore. E senza aspettare una risposta di Giuseppe aggiunge:

“ Alla prossima scendi, o ti butto giù io. E ora mi dai un documento che ti faccio la multa, altrimenti te la vedi con la Polfer”

giro turistico

distopia fasciopadana terza

di Andrea Masotti


Hassan aveva cominciato a fare il cocchiere a diciassette anni, e adesso che cominciava a brizzolare ancora stava piegato a cassetta. Canticchiava una nenia che la sua balia gli cantava sempre per farlo dormire, quando era piccolo. In verità non la cantava a lui, ma a suo fratello Saijd, lui la sentiva e si prendeva un sonno non suo.
Canticchiava con la schiena piegata e le mani sulle redini, dondolando piano e fuori tempo il busto, i tre bicchieri di Wiborowa senza i quali non era mai stato capace di affrontare il pomeriggio lo piegavano ancora di più verso le ginocchia, dando alla nenia il potere di un om induista, elevandolo verso chi sa quale abisso.
"Salam aleichem pan, quanto viene un giro?"
Hassan si riscosse piano, come se a svegliarlo fosse stato un aroma, alzando la testa dal petto con la lentezza di un argano, si girò verso la voce e disse: "Buongiorno pan, un giro viene 50 leu. E' il giro standard. Se vuole attraversare Ponte Pietra e arrivare fino a San Giorgio arriviamo a 100 leu. Poi ci sono anche altri giri."
"Il giro standard dove passa?" Hassan alzò le palpebre e guardò il signore in pantaloncini corti che aveva parlato. Lo fece perchè la voce per un momento gli era parsa familiare, di solito non si sforzava di aprire gli occhi più del minimo necessario, invero non li apriva e non li chiudeva mai, li lasciava impostati ad una fenditura mezzana, buona per la veglia e buona per il sonno. No, nessuno che conoscesse: un turista qualunque, pantaloncini corti e berretto, con una moglie su misura e due figlioli, giustamente un bambino e una bambina.
Hassan sospirò. "Il giro standard passa da piazza Bra, fa il giro dell'Arena, risale corso Porta Nuova, ridiscende a Castel Vecchio, arriva fino a Porta Borsari, prosegue verso Piazza Erbe, va fino a Sant'Anastasia, gira alle Arche Scaligere, passa piazza Dante, piazza delle Poste, la casa di Giulietta e poi torna qua." Il suo alito di vodka era arrivato fino al cavallo, che nitrì e scosse il collo, preparandosi a sgranchire le gambe ricoperte di mosche.
"La casa di Giulietta! Uao!" Gridò imprevedibilmente la bambina, guardando la madre e saltando sui calcagni. "Andiamo andiamo andiamo!"
Il padre sorrise con paterna comprensione, mentre la mano saliva verso il portafoglio, imprevedibilmente nella tasca interna della giacca.
"Allora va bene. Facciamo il tour standard." E girandosi verso la famigliola: "Ok, forza, su! Facciamo un bel giretto, e poi un piatto tipico non ce lo leva nessuno. Dai ragazzi! Dai Josef!"
Hassan sospirò ancora. Perchè Pantaloncini Corti ha dovuto dire "tour"? E perchè adesso sente la necessità di salire accanto a lui, e non dietro, a petulare con la famiglia, e perchè lo guarda con sguardo che vorrebbe essere complice, virilmente complice?
Queste domande, con piccole varianti, erano per Hassan una sorta di piccolo rituale, ogni volta, prima di alzare le briglie a sè, prima di dire a Pëtr -il cavallo- "uhuu", e di partire.
Cominciarono a trottare piano sui ciottoli, tra Pëtr e Hassan funzionava ormai una specie di sonnacchiosa telepatia, il primo alzava un mignolo di briglia, il secondo girava piano a sinistra, dava una leggera onda con la coda, e il nostro cocchiere capiva che era il caso di rallentare, trotterellavano lasciando indietro, nell'aria, le domande e le risposte del padre di famiglia, che con sguardo che voleva essere esperto e virile guardava intorno e parlava, guardava Verona e non smetteva di parlare.
Hassan lasciava fare, il beccheggio del corpo era un annuire sufficiente, e intanto i suoi occhi erano tornati al riparo delle palpebre, protetti dal mondo, protetti loro e protetto lui.

"Papà papà, cos'è quello?" A parlare era stata la bambina, dai sedili dietro della carrozza. Il padre si girò, scusandosi con il cocchiere per l'interruzione. "Dove, Annuška, cosa?"
Sì voltò verso la strada -ormai erano a metà di corso Porta Nuova- seguendo con lo sguardo il ditino della figlia. Sul suo volto si dipinse un'espressione a metà tra lo stupore e il disgusto, si rivolse con veemenza al cocchiere: "Ma... Ma.. E' normale quello? Pensavo non ce ne fossero più.. Non è pericoloso?"
Hassan alzò un soppracciglio. Questo proprio non se l'aspettava. Accennò con l'angolo delle labbra un sorriso che poteva essere anche una smorfia di dolore, e senza voltarsi rispose: "Non c'è pericolo. Non dovrebbe. Purtroppo la polizia non fa mai il suo dovere. Quello è un bar all'antica. Sono dei provocatori."
Al tavolino di un bar, all'aria aperta, sulla via, stavano seduti due vecchi. Stavano dove tutti potevano vederli, senza pudore, davanti a loro avevano due bicchieri di vino rosso, e giocavano a carte. Vociavano terribilmente, bestemmiando di tanto in tanto, d'un tratto uno schiacciava una carta al tavolo e urlava qualcosa, facendo traballare i bicchieri e spaventando i passanti.
Si stava già formando un gruppetto di gente -il servizio di ronda spontanea, quello sì, pensò Hassan, quello funziona- una donna con un grosso turbante stava protestando al bancone del bar, appena dentro, e intanto Annuška si sporgeva dalla carrozza, sempre più curiosa. Il piccolo Josef si era messo a piangere.
"Adesso li sistemano. Sapete cosa vi dico?" Hassan ebbe come un momento di vitalità, e con lui il cavallo; ripartì di lena facendo schioccare le corde, si girò verso Pantaloncini Corti: "Sapete cosa vi dico? Facciamo il giro fino all'Arsenale, e poi il lungadige fino a San Giorgio. Stesso prezzo. Per l'imprevisto." Si girò verso i passeggeri, dietro: "Cosa dite, bambini? All'arsenale c'è un grande parco giochi!" E rivolto alla signora: "E da quelle parti il decoro è intatto, non si preoccupi."
Josef singhiozzava ancora, il padre disse alla moglie: "Chu, fallo smettere. Serve che venga dietro?" E si girò di nuovo a cassetta, rimase in silenzio un pò a guardare la schiena magra del cavallo. Erano ormai quasi a Castelvecchio, Hassan fece un cenno con il mento a Pëtr e ritornarono ad un'andatura comoda e sonnecchiante.
Annuška, la bambina, era rimasta in silenzio fino a quel momento.
"Ma mamma, ma allora cos'erano?"
"La mamma avvicinò il volto a quello della bambina, le diede un bacio in fronte e disse: "Erano veronesi, anima mia." Le carezzò i capelli. "Gli ultimi rimasti. Dai, che tra un pò ci fermiamo e mangiamo un gelatino. E poi andiamo a vedere le oche." E a voce più alta, al marito: "Vero, papi, che poi andiamo a vedere le oche?"
"Ma certo che andiamo a vedere le oche!"
Un coro di grida festose si levò dai sedili dietro, il padre sorrise soddisfatto.

T'à sboro

di Caterina Ventisei

"T'à sboro". Intercalare stilnovista lagunare, questo, sulle bocche di tutti, grandi e piccini (come da proverbio: il veneziano ha lo sboro in bocca). Nella città sull'acqua non ci sono minacce reali, la notte è tutta vuota, calli piene di vento e ticchettio di passi. Niente stupri, pochi soggetti sospetti, spesso così sbronzi da cadere a terra prima di destar terrore. Il t'à sboro, però, mantiene le distanze tra le persone, compie utili discriminazioni tra straniero e foresto, è un'arma impropria sulle delicate bocche delle ragazze che tanto gentili e tanto oneste paiono.
I pulotti a Venezia li ho visti poche volte, spesso si muovono a piedi o in barca, con una lentezza abbacinante. A volte, piacere dei poveri, ci si sedeva in qualche barca di altri con un tubo in mano: passavano i caramba sulla barchetta, ci guardavano tirare minacciosi, ma per ormeggiare ci mettevano sei anni e noi eravamo già belli che sgattaiolati, con gli occhietti rossi di barricadera felicità... Immaginate dunque quanta presa il delirio securitario possa aver fatto sullo scostante e faidesco popolo veneziano, che alla povera difesa delle forze dell'ordine preferisce il violento vernacolo locale.
La venezia silenziosa e i veneziani autodifensivi non impediscono ai vari Fede di fare dei bei video sullo spaccio nel tranquillissimo sestiere di Casteo: il povero Emilio ci sarà rimasto male a non trovare troie e bamba in laguna, credo. In realtà, c'è poca malavita e molta diffidenza, in questa provincia infiocchettata del mondo. Venezia è marginale e museale, anarco/autarchica: le vere minacce sono Marghera e il nano, per tutto il resto c'è il t'à sboro.

Tragotto

di Riccardo Artoni

Il signor Merdolinetti si accinge a parlare ad una platea accigliata, in una sessione di un convegno su "Stresses in silos, et universa pecora".

In platea, un Duroc, rosso di faccia e di capelli, triplo mento e viso beota, si china a raccogliere un foglio stropicciato e si appresta a leggerlo, incuriosito per noia.

Le macerie della storia, riciclate spesso a farne nuove macerie, si rapprendono coalescendo attorno a nuclei, l'agglomerazione e la disgregazione dei quali sono processi dinamici concorrenti. Altre forme hanno ancora le interazioni tra questi sistemi, inseparabili dal processo che essi stessi contribuiscono a generare, e pure altre forme di nascita-e-morte sono identificabili. In prima battuta, ci interessa chiarificare che tali viluppi di "macerie" sono le città.

Poi ripartirò verso il Comune, senza fretta. L'ultima sezione, dicevo, è un po' imbucata, occorre fare un giro intorno ad un cortile interno. Mentre con passo calmo mi avvio, un uomo mi supera affrettato, dicendo tra sé e sé qualcosa come:
"Adesso gliela faccio vedere io a quelli là..."

Quante storie sono scritte tra le pieghe di una città? Molte, ma di queste poche sono quelle che hanno, per così dire, una dimensione descrittiva "sociale". Riprendendo Benjamin, "si tratta di fissare il passato come esso si presenta improvvisamente al soggetto storico nel momento del pericolo". E tale pericolo, tanto per "il patrimonio della tradizione" quanto per "coloro che lo ricevono", consiste nel "ridursi a strumento della classe dominante".
Nel contesto dello spettacolo che concentra ogni sguardo e ogni coscienza, la storia è una ed è scritta dal vincitore. Il caso delle telecamere installate nei cimiteri richiama letteralmente il fatto che "anche i morti non saranno al sicuro dal nemico, se egli vince. E questo nemico non ha smesso di vincere".

Giro l'angolo e vedo una ressa, una coda davanti al seggio. C'è da stupirsi, sembra che siano venuti tutti a quest'ora. Ma poco a poco che la mia miopia lascia apparire una realtà, mi rendo conto che la coda non è per nulla pacifica. L’uomo che mi aveva sorpassato un secondo prima è là davanti, ha rallentato il passo, come per guardare bene in faccia qualcuno, ha un moto del capo come per
sputare ad altezza d'uomo: un'onda, un rinculo si propaga nella coda, e ritorna a lui in forma di pugno anonimo, che lui schiva tirandosi indietro.
Sono a venti metri dalla scena, comincio a distinguere tra il rimbombo dei corridoi quello che si dicono presumibilmente due o tre persone, tra cui il mio superatore:
"Bastardi democristiani, servi dei padroni, siete sempre la stessa merda fascista..."
"Guardatelo, è un comunista, un mangiapreti! "

La violenza è interpolata tra le pieghe delle città come presunta forza che le tiene insieme, nella forma del diritto. Il diritto è strettamente connesso alla violenza non solo come espressione del potere, ma anche perché esso trova nella violenza (violenza che lo pone e che lo sospende per "salvarlo") un'inscindibile compagna.

"Io ti denuncio, ti ho visto sai! far propaganda davanti al seggio!"
"Si tratta solo di invitare a votare secondo coscienza… "
Mentre io, rallentato il passo, mi trovo a una decina di metri circa dalla scena, il presidente è uscito, lo sento che alza la voce, ma ne riceve male parole e un cazzotto in piena faccia.
"Bastardi democristiani, servi dei padroni..."

Non serve soffermarsi molto sul metodo di controllo variamente espresso nel corso della storia umana, a più livelli, e che va dal "divide et impera", alla "guerra tra poveri", e così via.
In due tipi si possono suddividere approssimativamente le tensioni sociali, ovvero quelle forze che non si traducono necessariamente in flussi, in verticali e orizzontali. Che il mezzo per eccellenza del "controllo sociale" sia anche oggi l'accentuazione delle tensioni orizzontali rispetto a quelle verticali nella società ce lo dice la condizione attuale conseguente alla precarizzazione del mondo
del lavoro, ce lo dicono anche le affermazioni dei cosiddetti professori del "diritto del lavoro" per cui oramai il problema non è più garantire il diritto di sciopero, ma gestire la conflittualità inter-classe.

Il presidente se ne torna dentro col viso sanguinante. La scena si fa sempre più caotica, mentre la rissa si amplia pressoché a tutta la gente in fila per votare:"io voto, ed esprimo il mio diritto!”
"Lei non può dirmi cosa devo votare, ché lo so bene da solo!"
"Non vorrà mica che l'Italia diventi uno stato dell'URSS..."

Il controllo della città ha come fondamentale caratteristica l’eliminazione della verticalità, che si traduce in eliminazione del diverso, soprattutto in quanto diverso sociale.
La diversità, quando non ancorata a questa dimensione, può sempre essere recuperata all’“harmonia mundi” sotto forma di “vedette”; ogni pretesa difesa del decoro non è che una più o meno cosciente adesione a questa linea.

Ora sto correndo a chiamare il rappresentante delle forze dell’ordine che piantona l'ingresso della scuola.
"Presto presto venga, che sta succedendo un putiferio al seggio 213!"
"Cosa?"
"Non c'è tempo venga..." gli dico col fiatone.

Anche questo un corollario valido già ai tempi del Cüdegh, il mantenimento del potere necessita l’eliminazione della storia. Ecco a voi infatti il pubblico amministratore che dice:
“Ascoltate la voce di Behemoth senza origine. Ci apprestiamo a vivere piacevolmente e socievolmente in questa foresta di cui una tomba occupa il centro, e si giocherà a chi sparirà per primo”.
Al limite ci è data una tranquillizzante prospettiva di rimbalzo bipolare, tra il “rigore (naturalmente nell’equità)” e “l’equità (naturalmente con rigore)”.

Girato l'angolo, incespico in una vecchia malconcia per i fatti suoi. Girato l'angolo, resto senza fiato, una volta per tutte. Semi-deserto come gli altri seggi, non c'è traccia né della coda né del tafferuglio, tutti svaniti, fantasmi, ubbie. Il presidente, quando mi precipito a sincerarmi del suo stato di salute, non ha segni di aggressione.
Il carabiniere mi guarda strano, io biascico qualcosa a riguardo della mia prossima pensione, ed esco, tremando.

Compito di chi sente e non sopporta la falsificazione è reagire all’ordine e alla violenza che ogni giorno per molte vie si perpetra nelle città.
Eminentemente politica è l’azione che tende a ripristinare quello che l’ordine cancella, dall’occhio e dalla memoria (cosciente).
L’ordine sociale dei fenomeni, che collega arricchendole molte lotte che altrimenti possono apparire lontane tra loro, la prospettiva del conflitto verticale in opposizione al continuo acuirsi delle tensioni orizzontali dentro e fuori il posto di lavoro, la dimensione storica dello sviluppo come esigenza interpretativa e trasformativa della realtà.
Tenendo a mente le parole forse d’altri tempi di Panzieri: “ci sono una serie di tappe e se non le si vede, si finisce nel mistificare le sconfitte in successi e, al limite, si finisce per scambiare come forma di lotta politica di avanguardia il sabotaggio [...] che è l’espressione permanente della sconfitta politica della classe operaia”.
Non che ci sia troppo da sperare in una redenzione, ma se non altro ci si può ripetere:
pochi compagni avrai per l’altra via
tanto ti prego più, gentile spirto
non lassar la magnanima tua impresa.

Mentre mi avvio all'uscita, un tipo evanescente, simile in tutto e per tutto all’uomo che prima avevo visto superarmi e gettarsi nel tafferuglio, mi si accosta e mi fa:
"Che dice, ce la fa il PCI?"
Un secondo dopo è svanito.

Un applauso accompagna la fine del discorso, mentre il Merdolinetti guarda nel vuoto degli occhi degli ascoltatori.

Il Duroc alza la mano per porre una domanda: “Sul problema delle tensioni, ci può dare un'idea dell'ordine di grandezza? Pascal, kilopascal, o cosa?”

risoluzione scientifica delle problematiche concernenti criminalità e sicurezza in una comunità sociale chiusa

di Carlo Michele Pigozzi

Risoluzione scientifica delle problematiche concernenti criminalità e sicurezza in una comunità sociale chiusa


Scienziati che hanno preso parte all’esperimento: dott. Minority, dott. Klakson, dott. Thompson, prof. Ernandes, prof. Alvares, signor Benelli.




Sono stati presi in esame 100 criceti, 50 di sesso maschile e 50 di sesso femminile, inseriti in un ambiente artificiale idoneo alle loro necessità vitali per un periodo temporale non inferiore ai 150 giorni per ciascuna fase sperimentale. Scopo dell’esperimento è individuare quali siano gli elementi esterni che, inseriti in una comunità sociale, ne riducano la criminalità e ne aumentino il livello di sicurezza reale e percepita dalla comunità stessa.


Fase 1: Osservazione neutra

I criceti sono stati osservati per 150 giorni, provvedendo alla somministrazione di cibo e acqua, ma lasciandoli liberi di esprimersi senza alcun vincolo. Alla scadenza del termine si è osservato quanto segue:

Livello di criminalità: 70% (per la maggior parte stupri e omicidi)

Livello di sicurezza reale: 30%

Livello di sicurezza percepito: 5%


Fase 2: Isolamento

Ciascun criceto è stato inserito all’interno di una sfera di vetro allo scopo di consentirgli il movimento e la visione del mondo esterno ma impedendogli di commettere o subire attività delittuose.

Dopo 40 secondi il 30% dei criceti erano morti, dopo 60 secondi il 67%, dopo 90 secondi tutti i criceti erano morti. Si è deciso così di fornire le sfere di vetro di piccoli buchi per permettere ai criceti di respirare. 100 nuovi criceti sono stati inseriti nelle suddette sfere. Dopo tre giorni i criceti presentavano sintomi inspiegabili quali: magrezza, debolezza, lingua gonfia, disidratazione. Il dott. Klakson ha ipotizzato che tali sintomi indicassero una grave crisi depressiva collettiva. Dopo sette giorni tutti i criceti erano morti. Si è quindi osservato quanto segue:

Livello di criminalità: 0%

Livello di sicurezza reale: 100%

Livello di sicurezza percepito: 0% (non essendoci più nessun individuo in grado di percepire)

Se quindi il livello di criminalità e di sicurezza reale sono più che soddisfacenti, la sicurezza percepita è invece disastrosa. Da segnalare inoltre l’effetto collaterale dell’estinzione dell’intera comunità sotto osservazione.

Risultato Fase 2: Non soddisfacente


Fase 3: Comunismo

Ai criceti è stato spiegato con parole chiare e semplici che nella loro comunità tutti sono fratelli e uguali, non esistono leggi ma solo la libertà di fare ciò che si vuole, e che non esiste la proprietà ma solo i beni della comunità. Dopo 150 giorni si è osservato quanto segue:

Livello di criminalità: 80% (per la maggior parte spaccio di droga, prostituzione e incesti)

Livello di sicurezza reale: 0%

Livello di sicurezza percepito: 100% (dato ritenuto comunque non attendibile in quanto i criceti erano tutti sotto l’effetto di droghe)

Risultato Fase 3: Il comunismo non funziona


Fase 4: Autodifesa Armata

A ciascun criceto è stata data una pistola Beretta calibro 45 per provvedere alla propria difesa personale. Il Dott. Thompson ha asserito che eravamo dei pazzi a credere che dei criceti fossero in grado di maneggiare armi da fuoco, ma la sua protesta è stata messa a tacere da un colpo di pistola sparatogli in pieno petto da un criceto maschio di 15 cm di lunghezza dal manto pezzato. Il criceto è stato soprannominato Cz-03. Dopo 150 giorni si è osservato quanto segue:

Livello di criminalità: 60% (per la maggior parte omicidi perfettamente comprensibili)

Livello di sicurezza reale: 80%

Livello di sicurezza percepito: 90% (tutti i criceti erano molto felici di poter sparare ai criminali, in particolar modo Cz-03)

Risultato Fase 4: Non del tutto soddisfacente in quanto Thompson è morto.


Fase 5: Ronda Civica

Ad un gruppo di criceti volontari sono state date delle torce elettriche e dei telefoni cellulari. Si è spiegato ai criceti volontari che il loro compito era quello di sorvegliare gli altri criceti e in caso di crimini telefonare a noi scienziati con il cellulare e attendere il nostro intervento.

Il Prof. Ernandes ha fatto notare che il Dott. Thompson non credeva che un criceto potesse usare un cellulare. Cz-03 ha sparato in testa al Prof. Ernandes. Il signor Benelli ha detto che forse era meglio togliere la pistola a Cz-03. Cz-03 ha sparato in testa anche a lui. Dopo 150 giorni si è osservato quanto segue:

Livello di criminalità: 0%

Livello di sicurezza reale: 100%

Livello di sicurezza percepito: 100%

Risultato Fase 5: Perfezione. Individuata la soluzione ideale alla problematica in esame. Inoltre Ernandes e Benelli stanno bene dopo essersi sciacquati la ferita con un po’ d’acqua fredda.



Dott. Albert Minority