Lo sguardo di Umberto Bossi si rilassa di fronte al lago Maggiore. Un tavolo del caffè Bellevue, a Laveno, davanti all'imbarcadero. Coca Cola con ghiaccio come digestivo dopo la cena in famiglia nel castelletto di Gemonio. "Stasera festeggiamo i 90 anni di mia madre, la portiamo alla scuola Bosina dove c'è la chiusura dell'anno scolastico", sorride il ministro per le Riforme. La gioia degli affetti. I tormenti della politica. E l'espressione si fa seria.
dalLa Repubblica di oggi,
una dolce intervista al padano maximo.
Mi sto ancora masturbando.
domenica 22 giugno 2008
Manzonismi
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3 commenti:
per correttezza e meritata umiliazione io riporterei il nome del sopraffino imbrattacarte
duodeno
Giusto.
Paolo Berizzi, ignoto soprattutto per il saggio "Il mio piede destro. La vera storia di Antonio Cassano, campione fuori", con prefazione di Claudio Amendola.
Ma siccome si fa presto a deridere, citiamo anche "Morte a 3 euro: nuovi schiavi nell'Italia del lavoro", e segnaliamo questo e questo.
Ciò tuttavia non toglie: la mia mano proprio non si vuole staccare dal pene. Quanta harmony nell'aria.
Questo è quando il pastiche tra impegnato e disimpegnato mostra il suo lato più deteriore. E' un problema culturale ad ampio respiro, volendo a tutti costi dire una cosa arguta: ciò che è serio può non essere serioso, e ciò che è faceto può non essere stupido. Ma ci vuole intelligenza per questo. Il gossip non è frivolezza naif, è dannosissima subcultura, e che vi si diletti un giornalista applaudito come "da marciapiede", ebbene è un segnale preoccupante. E il giornalismo d'inchiesta è un'altra cosa.
Figurarmi l'Umberto Padano che mira languido il lago Maggiore probabilmente sbavando da un angolo della bocca non può che indurirmi il pistulino. Ma il buon intervistatore non può capirlo, ho idea.
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