pudenda

venerdì 2 novembre 2007

Assaggio


Proemio.
Intermezzo.
Escursione montana.
Morte improvvisa.
Finale fasullo.
Finale.
Finale a sorpresa.
Secondo proemio.
Elegia di alleggerimento.
Passaggio filtrante.
Momento di tensione.
Imbarazzi vari.
Errori.
Errore fatale.


Sale sul palco un ragazzo poderoso con la muscolatura bene in vista, con un asciugamano attorno alle spalle e con la faccia e il corpo uguali a quelle di Carlo Michele Pigozzi.
Il palco è buio, si accende un riflettore: il riflettore illumina un vogatore (l'atrezzo ginnico con questo nome).
Il ragazzo poderoso, che per convenzione chiameremo Carlo Michele Pigozzi, si avvicina al vogatore, deposita con artefatta noncuranza l'asciugamano in un canto, esegue tutti i preparativi del caso, e comincia a remare, con poderosa tranquillità.
L'esercizio, con le dovute e comprensibili pause per l'abbeveraggio e il defatigamento in corso d'opera, continuerà per tutta la durata della performance del gruppo sul palco.

Una voce blocca tutto.
Guai a chi applaude.
Dice: "signore e signori, banalità!"
e parte un suono diffuso di campanellini e trilli
e come dal nulla tanti omini dal naso rosso, in questo universo conosciuti come clown, vanno a stupirsi tra la gente.

Un'intera sessione di ballo al silenzio di un faggio.
Sarà dura trovare un bel faggio in una bella radura di montagna, ombraggiato e assolato il giusto, frondante come tante carezze non richieste e perciò tantopiù gradite.
Sotto i faggi non è che usino crescere i finferli.

Ed è solo un assaggio.

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