pudenda

domenica 4 novembre 2007

Del fare un blog


Ammonizione, cicchetto, condanna, diffamazione, disapprovazione, disgusto, biasimo, censura, frustata, richiamo, rimbrotto, rimprovero.
Vedi anche: ammonimento, monito, predicozzo, rabbuffo, ramanzina, rampogna, reprimenda, lavata di capo, riprovazione, vituperio, denigrazione, detrazione, insinuazione, maldicenza, critica, deplorazione, esecrazione, ammonimento, appunto, osservazione.



Il blog. Che pratica disdicevole.
Prepariamo la nostra noia migliore, vestiamo a festa la nostra malinconica saturazione, imbracciamo un pianoforte e suoniamo le stesse due tediose note per tutta la durata della lettura. Non serve altro, il fastidio è stanco, chi scrive non ha gli occhiali.
Vediamo di sgomberare il campo da eventuali certezze fin da subito. Ce n'è abbastanza.
A questo punto, a una certa età, ormai superati i primi anni del neonato millennio, almeno una punta di imbarazzo, almeno quello dico io, una coscienza moderna dovrebbe risvegliarlo. Lo sappiamo tutti quanti, lo sappiamo molto bene a che giochino stiamo giocando, non si può far finta di niente -e invece no: nessun imbarazzo, nemmeno di fronte all'ignudo scroto dell'ovvietà.
E allora parliamone un pò, di questo scroto, guardiamo insieme, avanti, tastiamolo. Vediamo quanto resistono i nostri occhietti cattocattolici, vediamo quanto, ben serrati, eviteranno il cordoglio.
Good evening ladies and gentlemen.
Salite, ho una collezione di farfalle da mostrarvi. Foss'anche, nessun problema. Fosse quello che ammiccando intendiamo, fosse che della farfalla ci interessa il beccheggio delle alette, il continuo movimento in andirivieni, toccarsi e staccarsi e toccarsi e staccarsi, alla ricerca del calore dell'unico giorno, fosse -a interessarci- quello cui la nostra malizia questo movimento rimanda, nell'unica notte -ebbene, niente di male. Ma non è così: qua, accuratamente, non si tromba.
La farfalla rimane fine a sè stessa, siamo incastrati in un meccanismo molto più malato, non si fa mai il passo oltre: da una parte e dall'altra dello schermo, esibizionismo senza macchia, voyeurismo con i guanti.
E nemmeno si gode, e se si gode in braga non si scorge l'indizio, e il viso resta compassato, intimamente compiaciuto di spostare in piazza badilate di innecessarie natiche -e senza il coraggio nè l'onestà di dichiarare il vero quid di questo esercizio, senza dimostrar compiacimento alcuno. E nemmeno si gode, e se si gode in braga non si scorge l'indizio, e il viso resta compassato, intimamente eccitatissimo di guardare e non toccare e non toccarsi -e senza il coraggio nè l'onestà di dichiarare il vero quid di questo assistere, senza dimostrar eccitazione alcuna.
Intendiamoci: nulla di male nel guardare o nel farsi guardare, la malattia non sta in questo. L'odiosissima malattia sta nel perbenismo a tutti i costi, nel lucidalabbra passato sulle suddette natiche. Lo stesso ipocrita sale che condisce la realtà televisiva, per intendersi, e la società che ne è figlia -grandifratelliisoledeifamosipolemichevacueealtisonantisiamotuttiunpòmastellailpapaaltgtuttiigiorniilfenomenospiderporkeitaorminaivespaivideodeibulletti... E non serve dire altro.
Siamo tutti opinionisti. Olè.
L'opinionista, chi cazzo è? Come si fa a diventarlo? Il suffisso suggerisce un ruolo non estemporaneo, nei casi più felici perfino un mestiere. E il mio sacco è pieno di farfalle.
C'è da dire tutto su tutto, e c'è da commentare tutto questo, e c'è da commentare il commento, e giù a chiocciola verso nessun -altro- posto, l'opinione diventa un cancro.
I meccanismi del blog macinano inesorabili, paradossalmente mentre tutto si cumula e resta, tutto transita e va, sotterrato da altro tutto e da altro tutto, il cancro si espande in sè -e nulla si fissa, e nulla si ricorda. Mio nonno mi parlava delle sue estati in anni lontani e precisi, e aveva poche idee, poche non casuali opinioni.
Questa, farfalline mie, è la china verso il fallimento della comunicazione: quando la parola è solo perpetuo movimento manca la stasi della ricezione, c'è appena una tenue oscillazione, mai vere domande, mai vere risposte -nella verticale erezione del blog, compensazione di cosa.
Guardiamoci in faccia, annuiamo sorridendo, diamoci pacche sulle spalle.
Caro il mio diario.

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