pudenda

domenica 25 aprile 2010

come partire

di Andrea Masotti


PARTE 1

«Secondo alcune teorie, per dissimulare la presenza autoriale e la paternità su idee e posizioni -tentativi di idee e posizioni- che il lettore può ritenere politicamente "compromesse", un buon metodo è metterle in bocca ad un personaggio fittizio, meglio se caratterizzato da tratti che non rimandino prepotentemente all'autore», disse Giacomo lo sciocco, sottolineando -con il gesto apposito- la presenza delle virgolette su "compromesse".
«E meglio ancora, aggiungerei, se queste idee vengono inserite in un dialogo», aggiunse fuor di condizionale Geremia, «un dialogo che sappia dare l'illusione del contraddittorio, ma che sibillinamente spinga verso l'unico esito possibile. Comunque Umberto Tosi è un coglione razzista.»
«Si Chiama Flavio Tosi, razza di sciocco.»

PARTE 2

Il raccontino poteva anche finire lì, incisivo e banale come una barzelletta. Ma a quel punto una voce baritonale si levò dal fondo del vagone (siamo in un treno):
«Siete patetici. Pa-te-ti-ci.»
Geremia e Giacomo lo sciocco si guardarono vicendevolmente negli occhi, interdetti. La voce continuò: «La metaletteratura ha rotto il cazzo! Basta! È ora di finirla!»
A parlare era stato Gregorio, il quale subito dopo si alzò in piedi e morì soffrendo tantissimo.

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