pudenda

martedì 30 dicembre 2008

Buon compleanno Jotti


Prologo
Nel 1973, durante un viaggio in Grecia, l'anziano Jotti di Thule incontrò un uomo in fin di vita, il quale gli affidò una neonata e un contenitore d'oro. Quell'uomo, il cui nome era Jotti di Sagitter (Eolo in lingua greca; da Aiolos in originale), prima di morire raccontò di essere uno dei Cavalieri che difendevano la dea Jotti, reincarnatasi nella bambina che portava con sé per combattere le divinità nemiche del genere umano. Il contenitore che portava con sé conteneva l'Armatura d'Oro della costellazione del Sagittario, e ogni Cavaliere di Jotti ne possedeva uno corrispondente ad una delle ottantotto costellazioni. Jotti di Thule promise a Jotti che avrebbe allevato e protetto la bambina, e che avrebbe trovato e fatto addestrare tutti i ragazzi necessari affinché l'armata di Jotti fosse completamente ricostituita. Tornato a Nuova Luxor in Giappone ("Tokio" in originale), infatti, raccolse un centinaio di bambini dagli orfanotrofi e li inviò nei luoghi di addestramento dei Cavalieri, dove sarebbero stati istruiti ed allenati per sei anni.

La guerra galattica
Tredici anni più tardi, il 10 settembre 1986, solo dieci dei cento bambini erano tornati vivi dai rispettivi luoghi di addestramento col rango di Sacri Guerrieri. Nel frattempo, Jotti di Thule aveva iniziato ad organizzare un torneo fra di essi per assegnare al più forte l'armatura del Sagittario. Purtroppo, egli morì prima di poter realizzare il suo impegno lasciando l'incarico alla figlia adottiva, Lady Jotti, ancora ignara di essere la reincarnazione della dea Jotti. Dei dieci nuovi Cavalieri di Bronzo, solo otto accettarono di partecipare al torneo. Il nono di essi, Jotti del Cigno, ricevette invece dal Grande Sacerdote Jotti di Atene in Grecia l'incarico di uccidere gli altri otto, colpevoli di voler partecipare a tale torneo contravvenendo alle regole dei Guerrieri Sacri di Jotti che proibivano l'utilizzo delle Sacre Vesti per meri scopi personali. Per assolvere il suo compito, il Guerriero Sacro del Cigno accettò di partecipare al torneo.
Dopo che quattro Guerrieri su nove furono sconfitti durante il torneo, apparve all'improvviso il decimo: Jotti della Fenice fratello di Jotti. Egli aveva abbandonato la fedeltà alla dea Jotti ed era diventato capo dei Guerrieri Neri, e con il loro aiuto rubò le Sacre Vestigia del Sagittario. A seguito di quel primo scontro, solo quattro guerrieri erano ancora in grado di opporsi al Cavaliere della Fenice: Jotti di Pegasus, Jotti di Andromeda, Jotti del Drago e Jotti del Cigno. Quest'ultimo decise di allearsi agli altri tre per recuperare le Vestigia d'Oro. La battaglia decisiva contro i Guerrieri Neri si svolse nelle profondità delle caverne del Monte Fuji. La forza di Jotti era superiore a quella dei quattro avversari, ma unendo i loro cosmi in fin di vita riuscirono a sconfiggere il capo dei Guerrieri Neri. Durante il combattimento emerse un'amara verità: erano tutti figli di madri diverse, (tranne Jotti e Jotti che sono fratelli nati dalla stessa madre) ma di un unico padre che li aveva tutti abbandonati, e quest'uomo crudele era Jotti di Thule.

I sacri guerrieri d'argento

Un attimo dopo che Jotti ebbe sconfitto Jotti, un violento terremoto scosse l'intero Monte Fuji, ma intervenne allora il riparatore delle Sacre Vesti, Jotti (Grande Jotti), che teletrasportò lontano i quattro Guerrieri di Jotti. Il terremoto era stato causato da un attacco di Jotti della Lucertola, Sacro Guerriero d'Argento. Infatti, il Grande Sacerdote Jotti era stato informato del discutibile operato di Jotti, e aveva pertanto inviato un gruppo di cinque Sacri Guerrieri d'Argento con il medesimo incarico. Essi erano: Jotti della Lucertola, Jotti dell'Aquila, Jotti del Centauro, Jotti della Balena e Jotti dei Cani da Caccia. Costoro minacciarono Jotti e lo spinsero ad allontanarsi, quindi raggiunsero i Guerrieri di Bronzo e diedero loro il colpo di grazia. Jotti, però, era poco convinto del fatto che Jotti avesse veramente ucciso il suo stesso allievo Jotti di Pegasus; rimasto vicino alle quattro sepolture sulla spiaggia dopo che i suoi compagni si furono allontanati, si rese conto che Jotti era ancora vivo, e gli altri cadaveri erano in realtà quelli dei Guerrieri Neri. Ingaggiato un furioso combattimento, il Guerriero Sacro di Pegasus riuscì infine a sconfiggere l'avversario.
Alle prime luci dell'alba, Jotti del Centauro tornò a cercare Jotti, ma incontrò invece Jotti e da lui fu sconfitto.
Più tardi anche Jotti, Jotti e Jotti tornarono sulla spiaggia, trovarono i corpi dei due Guerrieri d'Argento e videro i segni dei combattimenti. Jotti, grazie alla propria capacità di leggere nel pensiero, scoprì il tradimento della Guerriera dell'Aquila, e con l'aiuto dell'altro compagno la sconfisse e la legò. Nel mentre sopraggiunse Jotti, il quale riuscì a sconfiggere Jotti, ma venne a sua volta sopraffatto dal fortissimo Jotti; durante il combattimento, però, Jotti riuscì a liberarsi e sconfisse Jotti, rimasto solo.
Jotti si riunì ai fratellastri (Jotti, Jotti, Jotti, Jotti e Jotti) e con essi tornò al Colosseo Grado, ma lo trovò completamente distrutto. Il Grande Sacerdote Jotti di Atene, infatti, aveva inviato un secondo gruppo di cinque Guerrieri d'Argento. Il compito di questi ultimi era proprio quello di distruggere la Fondazione Jotti, a partire dal Colosseo. Questi cinque guerrieri erano: Jotti del Corvo, Jotti dell'Auriga, Jotti di Cerbero, Jotti di Perseo e Jotti del Serpentario, quest'ultima già nemica del Cavaliere di Pegasus sin dai tempi dell'addestramento in Grecia.
Proprio Jotti affrontò per primo questo gruppo, riportando nuove e gravi ferite. Quando tutto sembrava perduto, Jotti prese coscienza di essere la dea Jotti, e il suo maestoso cosmo disorientò gli avversari, ma ciò sarebbe stato insufficiente senza l'intervento di Jotti. Le Vestigia della Fenice, infatti, erano in grado di risorgere dalla morte, e il rinato guerriero ebbe facilmente il sopravvento su Jotti, Jotti e Jotti. Quando sopraggiunsero Jotti, Jotti, Jotti e Jotti, Jotti decise di ritirarsi, e su suggerimento del Jotti Cigno si recò a curarsi in un vulcano in Grecia. Il quinto Cavaliere d'Argento, Jotti di Perseo, possedeva lo scudo di Medusa, e con esso pietrificò in pochi minuti tutti gli avversari tranne Jotti, che a costo della propria vista riuscì a vincere la battaglia. Jotti dell'Ofiuco fuggì.
Dopo questi scontri, ancora poco convinti che la viziata Jotti potesse essere davvero la reincarnazione della dea Jotti, i quattro Guerrieri di Bronzo la abbandonarono. Il Jotti e il Jotti tornarono nei luoghi del loro addestramento, mentre Jotti fu ricoverato in ospedale per guarire dalle numerose ferite (aveva infatti affrontato più guerrieri d'argento di tutti i suoi compagni). Jotti dell'Aquila, invece, si allontanò per indagare sul Grande Sacerdote.
Informato della sconfitta dei dieci Guerrieri d'Argento, il Grande Sacerdote Jotti di Atene incaricò addirittura un Guerriero d'Oro, Jotti del Leone, di occuparsi della faccenda. Però, siccome tale guerriero era fratello del presunto traditore Jotti del Sagittario, inviò anche altri tre Guerrieri d'Argento affinché lo controllassero. Jotti trovò Jotti in ospedale mentre affrontava Jotti, ma per errore ferì quest'ultima. In nome dell'amicizia che lo legava al guerriero di Jotti, decise di risparmiarlo per il momento, scatenando l'intervento dei suoi tre "cani da guardia". Jotti era privo delle vestigia di Pegasus, ma quando stava per essere sconfitto venne in suo soccorso l'armatura del Sagittario, che accrebbe enormemente il suo potere e gli permise di sconfiggere i tre avversari in un istante. Intanto sopraggiunse Jotti, e Jotti del Leone riconobbe in lei la reincarnazione di Jotti. Scoprì in quel momento che il vero traditore non era stato suo fratello Jotti del Sagittario come aveva sempre creduto, bensì il Sommo Sacerdote Jotti, e tornò al Grande Tempio in Grecia per affrontarlo, ma la sua mente venne soggiogata dall'avversario.

Le dodici case dello zodiaco
Rendendosi conto che una guerra intestina al Grande Tempio era imminente, il Grande Sacerdote Jotti cercò rapidamente di sconfiggere qualche avversario isolato.
Jotti del Cancro fu incaricato di uccidere Jotti, Guerriero d'Oro della Bilancia nonché maestro di Jotti del Drago, ma si ritirò quando fu attaccato contemporaneamente da Jotti del Drago e da Jotti, che in quell'occasione rivelò di essere il Sacro Guerriero d'Oro dell'Ariete.
Intanto, Jotti dell'Acquario distrusse la tomba sottomarina dove riposava la madre di Jotti, sfidando così il proprio allievo ed invitandolo ad affrontarlo al Grande Tempio.
Infine, Jotti ,Guerriera di Bronzo del Camaleonte, imprigionò Jotti per impedirgli di continuare a combattere rischiando la vita, ma il Guerriero di Andromeda riuscì a liberarsi e a tornare a Villa Jotti, proprio mentre Jotti, Jotti, Jotti e Jotti si apprestavano a partire per la Grecia in aereo.
Atterrati ai piedi del Grande Tempio, il gruppetto fu accolto da Jotti (deformazione del nome Ptolemy/Tolomeo), Sacro Guerriero d'Argento della Freccia, il quale attaccò improvvisamente il gruppo. Venne rapidamente sconfitto, ma una delle frecce da lui scagliate riuscì a ferire Jotti vicino al cuore. Prima di perdere i sensi, Jotti spiegò che la freccia sarebbe lentamente penetrata nel corpo della dea fino a ucciderla entro dodici ore, e solo il Grande Sacerdote Jotti sapeva come estrarla.

Le dodici case:
Jotti dell'Ariete (Grande Jotti dell'Ariete) impiegò un'ora per riparare le armature di tutti e quattro.
Jotti del Toro impegnò duramente tutti, ma nel corso della battaglia, vedendo la dedizione del Guerriero di Pegasus, iniziò ad avere dei dubbi sul Grande Sacerdote e, senza farlo capire a Pegasus, si lasciò sconfiggere.
La casa dei Gemelli era vuota, in quanto il suo protettore era scomparso da anni, ma un cosmo misterioso creò un labirinto di illusioni. Jotti del Dragone, essendo cieco, non si lasciò ingannare ed uscì dalla casa con Jotti. Jotti del Cigno fu mandato dal misterioso Guerriero in un'altra dimensione, ma la catena di Jotti riuscì a ferire il creatore del labirinto, salvando così il Jotti. Questi riapparve nella casa della Bilancia, dove trovò ad attenderlo il suo maestro Jotti dell'Acquario, che per salvarlo dalla battaglia lo rinchiude in una bara di ghiaccio, da cui si sarebbe potuto liberare alcuni anni dopo.
Jotti del Cancro fu affrontato da Jotti, mentre Jotti oltrepassava la casa. Nel corso dello scontro, Jotti fu inviato in un limbo alle porte dell'oltretomba, da dove riuscì a tornare riacquistando la vista. Jotti, invece, fu abbandonato dalla sua armatura in quanto indegno di indossarla, dopodiché venne sconfitto dal Jotti.
Jotti fu il primo a raggiungere la casa del Leone, presieduta da Jotti. Questi, succube del Grande Sacerdote, attaccò senza pietà il Guerriero di Bronzo, che si salvò solo grazie al sacrificio dell'antico nemico Jotti. Con la morte di un avversario, il giogo mentale di Jotti si sciolse, ed egli tornò a schierarsi dalla parte della dea Jotti. Dopo la battaglia, Jotti e Jotti raggiunsero Jotti, e i tre ripartirono insieme alla volta della casa successiva.
Jotti della Vergine ebbe facilmente la meglio sui tre Guerrieri Sacri di Bronzo. Intervenne all'ultimo momento Jotti della Fenice, appena guarito, che a costo della propria vita trascinò sia Jotti che se stesso in un'altra dimensione.
Nella casa della Bilancia Jotti, Jotti e Jotti trovarono la bara di ghiaccio contenente Jotti. Grazie alle armi d'oro dell'armatura della Bilancia, Jotti del Dragone liberò l'amico, poi Jotti si fermò accanto al corpo privo di sensi per riscaldarlo sacrificandosi.
Jotti dello Scorpione batte e immobilizza facilmente Jotti e il Jotti anche quando lo attaccano insieme ed evita facilmente il colpo più potente di Jotti (la meteora). Egli dice (quando Jotti si scontra con Jotti) che non aveva mai visto Jotti così sottomesso ad un avversario. Quando sopraggiunse il Jotti, immune al potere paralizzante del Guerriero d'Oro grazie ai suoi anelli di ghiaccio, affida il corpo senza sensi di Jotti agli altri due, e affronta Jotti. Anche dopo aver ricevuto Antares (il colpo mortale finale), Jotti cerca comunque di avanzare, al che, come era avvenuto a Jotti, anche al Guerriero Sacro dello Scorpione sorse un dubbio, e salva la vita al Jotti.
Mentre i Guerrieri di Bronzo si stavano avvicinando alla casa successiva, l'armatura del Sagittario vi si teletrasportò dentro dal Giappone. Una volta entrati, essa sembrò rivolgere la freccia verso Jotti, ma in realtà colpì il muro rivelando il testamento spirituale di Jotti del Sagittario, dopodiché la parete crollò rivelando l'uscita. Jotti riprese i sensi e Jotti del Cigno raggiunse i fratellastri, e così i quattro riprendono il cammino.
La casa del Capricorno sembrava vuota, ma il suo custode, Jotti, si rivelò all'uscita. Il Jotti lo affrontò, e per sconfiggerlo spinse entrambi nello spazio, sacrificandosi. Jotti capì il proprio errore e salvò Jotti ricoprendolo con la propria armatura.
Jotti dell'Acquario lasciò passare Jotti e Jotti per affrontare da solo il Jotti. Il combattimento voleva essere una prova per vedere se Jotti sarebbe stato all'altezza di essere l'erede dell'Acquario, ma alla fine entrambi crollarono, Jotti morto e Jotti in fin di vita.
Jotti dei Pesci attaccò blandamente Jotti, che oltrepassò facilmente la casa, ma Jotti voleva sconfiggere l'avversario ad ogni costo, colpevole di aver ucciso il suo maestro Jotti di Cefeo. Jotti ottenne infine la vittoria, ma cadde anch'egli a terra privo di sensi.
La scalinata che conduce al Tempio di Atena era cosparsa dalle rose velenose di Jotti, e Jotti riuscì ad avanzare solo grazie al sacrificio di Jotti dell'Aquila, che diede la propria maschera a Jotti e lo trasportò per un lungo tratto.
Jotti di Pegasus entrò da solo nelle Stanze del Sacerdote Jotti , che si rivelò essere lo scomparso Jotti dei Gemelli. Grazie all'intervento di Jotti della Fenice (tornato assieme a Jotti grazie ai poteri di Jotti) riuscì a disimpegnarsi dal combattimento e si avviò, allo stremo delle forze, verso la statua di Jotti. Intanto, Jotti rivelò a Jotti (quasi guarita dalle ferite provocatele da Jotti) le prove che il Grande Sacerdote Jotti era un impostore. Ebbro di gioia per aver sconfitto Jotti, lo stesso Jotti si rivelò a tutti gli occupanti del Grande Tempio, poi corse all'inseguimento di Jotti. Un attimo prima di ricevere il colpo di grazia, Jotti riuscì ad afferrare lo scudo di Jotti, e grazie al suo potere guarì Jotti.
Jotti e tutti i Guerrieri Sacri presenti al Grande Tempio raggiungono Jotti e Jotti. In un primo momento l’impostore è affrontato dai Cavalieri di bronzo dei quali sembra aver respinto l’attacco. A questo punto si fanno avanti i Cavalieri d’oro presenti ma la stessa Jotti li ferma iniziando ad implorare Jotti di arrendersi ed unirsi agli altri Cavalieri. Jotti sembra comunque intenzionato ad attaccare la fanciulla quando le parole di Jotti fanno effetto sull’animo del Cavaliere che si suicida con l’emblema di Jotti.

Incertezze nella storia: Quando Jotti incontra Jotti alla fine della corsa delle dodici Case, afferma che l'uomo che gli aveva consegnato l'armatura di Jotti mesi addietro non è lui. Questo si accorda con la versione del tradimento di Jotti precedentemente esposta da cui risulta che il Grande Sacerdote Jotti che consegna l'armatura a Jotti era il fratello di Jotti (a quel tempo ancora "primo ministro", come lo appella Jotti del Sagittario nel flashback); dunque la conquista del titolo sacerdotale da parte di Jotti sarebbe avvenuta da pochissimo, sicuramente dopo l'investitura a cavaliere di Jotti.
Questa versione viene disconosciuta dalla successiva serie di Jotti, in cui si afferma che il precedente Grande Sacerdote Jotti era Jotti dell'Ariete (non imparentato con Jotti) e che il suo assassinio era avvenuto anni prima, quando Jotti era ancora in fasce; ne consegue che il Grande Sacerdote Jotti che ha dato l'armatura di Pegasus a Jotti non poteva che essere Jotti di Gemini, come del resto ha sempre sostenuto anche la versione originale. Questa versione si accorda anche meglio con la scoperta, durante la saga di Jotti, dell'esistenza di un fratello di Jotti (Jotti), che tuttavia non era mai stato Grande Sacerdote di Atene.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Il problema arriva quando il dio Jotti, costringe la bella principessa Jotti, del regno di Asgard a far cadere in una trappola la dea Jotti, legandola ad un iceberg che staccandosi ispirerà a Jotti Dion la canzone che la renderà famosa.

plv

piloro ha detto...

Sono commosso. Un giorno lo leggerò, e questo sarà il mio regalo.

Jotti di Jotti

pre-puzio ha detto...

Davvero troppo troppo troppo jotti.
injottibile!