pudenda

domenica 6 luglio 2008

Amici di famiglia


Arrivano già chiassando, che io sono ancora in camera, a studiare, gli amici di famiglia. Amici di famiglia. Amici di chi, esattamente? Resisto più che posso, chino sui libri, aspetto il clangore dei piatti, aspetto fino alla terza chiamata, poi inevitabilmente scendo. Ciao Andrea Ciao Eccolo qua 'l studioso Hai esami? Sì. La mamma che fa avanti indietro dalla cucina al tavolo il papà che cura le pentole Tre coppiette al tavolo, tre coppiette più io, grissini e salame.
Poi arriva il pentolone, capretto. Oohh il capo, qua se maja mejo de i siori, varda ti che ghe la femo anca ancò, complimenti a la coga, ci ela la coga, Andrea vuoi tu la testa? Io mi alzo, prendo il mio piatto, vado alla panca nell'angolo. Andrea, cosa fai? Stiamo stretti, sto nel tavolino dei piccoli, rispondo. Ma va la, su E va in cucina. Io rimango lì, a inforcare boccone per boccone la capra e mettermela in bocca, guardo gli Amici di Famiglia cercando di pensare alle cose più lontane possibili, lancio il mio pensiero nell'emisfero australe e intanto li guardo, e vedo che nei rari momenti di silenzio anche loro mi guardano, mi lanciano occhiate provinciali e svelte, i miei genitori quando se ne accorgono alzano il discorso, mia madre è visibilmente imbarazzata
"L'è strano, quel butel" sta pensando il Gianni "Troppo studio" sta pensando il Mario "Poarin" sta pensando il Tonio
"Chissà perchè fa così" sta pensando la Pina "Che originale" sta pensando la Maria "Mi sa tanto che è gay" sta pensando la Anna
Io nel frattempo sto camminando su dei grandi roccioni scuri appena fuori Punta Arenas, nella Terra del Fuoco. Mi faccio strada verso il roco rumbare del mare, che non si vede ancora, l'aria mi punge la gola, le pietre si fanno più piccole, si sgretolano, si sente il sapore del sale, il vento porta una specie di richiamo. Scavalco l'ultima erta, il mare è disteso in tutte le direzioni, scendo veloce sulla spiaggia, vorrei togliermi le scarpe ma c'è freddo, i gabbiani sono piccole ombre nere contro le nuvole altissime. Lontano, su una riva, c'è una foca. Un cucciolo di foca, era suo il pianto che sentivo.
Faccio per avvicinarmi ma mi chiamano per il dolce.
Il dolce lo mangio anche volentieri.

3 commenti:

duodeno ha detto...

Il dolce è sempre stato un tuo vezzo. L'ho notato molto tempo addietro.

piloro ha detto...

Tu noti le cose. Ci ho fatto caso da tempo.

Anonimo ha detto...

Io invece scopro solo ora vezzi, tempi addietro, corsi e Ric-orsi.

Blump!