Anna ogni tanto, dopo minuti di silenzio, mi chiede a cosa penso.
Mi sembra sia rimasto tutto come ai tempi di Gozzano -le dico- le signorine in pasticceria che bevono il ciccolatte e si sciolgono per qualche novello dannunzio, forse con ancor meno arte. I progetti e i programmi futuri, la nuova passerella universitaria dove sbrigarsi e fare in fretta ad arraffare, tenere gli occhi aperti al buon partito. I tavolini pieni, gli spritz malfatti senza il vino fermo, le ballerine nuove e gli stivali di stagione. Le diete per snellire i fianchi, i pantaloni per fasciarli bene, le gonne corte o lunghe, dipende dalle gambe, le mode che cambiano e ritornano. Ci sono i telefoni è vero, le televisioni i computer. Niente più lettere profumate scritte a mano, niente più lacrime a bagnare le pagine o ciocche di capelli come pegno. Qualche messaggio d'amore sul telefonino, che passa di mano in mano sugli smalti colorati che guardo sempre con attenzione maniacale. Non più teatri ma concerti e aperitivi, dove conta ancora esserci e narrarsi, non mancare le occasioni.
Di solito Anna mi interrompe annoiata. E tu, mi chiede, cosa vorresti fare?
Io starei qui al bancone a bere i miei caffè, guardare attorno tutti che si accalcano, annoiarmi un poco, annoiare, per qualche anno almeno.
giovedì 21 ottobre 2010
caffè
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3 commenti:
Anna non mi convince. Non fidarti.
Anna sa di più di quel che dice. Devi fare attenzione.
Controlla bene, al prossimo silenzio: secondo me è Gozzano.
anna era gelosa di lucia.
ma ora non più.
Fortuna che il tempo non esiste, altrimenti ci sarebbe da spleennarci a morte.
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