pudenda

domenica 28 febbraio 2010

Al di qua, al di là. Dans une penderie

Al di qua del bancone di legno chiaro ci sono trespoli d'acciaio e appendiabiti numerati da uno a trecentosessantadue.
Cappotti di finto visone, giacche da sci, maglioni che profumano di dopobarba, sciarpe di morbida lana, borsette-tutte-fibbie, cappotti nascosti in cappotti nascosti in cappotti che se si può risparmiare è meglio, cellulari che suonano a vuoto, portafogli con cui pagare all'uscita, sigarette e accendini, chiavi della macchina che chissà dove le ho messe.
Al di là del bancone di legno chiaro c'è lui. Età indefinita ma più giovane che no. Si avvicina con, appollaiato sulle spalle, lo sguardo d'attesa dei suoi quattro amichetti quattro. Appoggia una giacca nera sul bancone. Occhi negli occhi.

- Sei SCOPABile?

Per reazione difensiva-offensiva. Occhi negli occhi sputo uno

-Scusa?

Lieve imbarazzo, le mani che sudano, comincia a balbettare.

- Ehm, E, h, m, E, è u, è un, è un diSCOPUB?

Ballerini che ballano, anche che ancheggiano, culi che sculettano. Rispondo.

- Si.

(Musica latinoamericana in dissolvenza, un foglietto a quadretti stropicciato con il suo nome e numero plana volteggiando nel cestino. Al di qua del bancone l'appendiabiti dondola avanti e indietro. Al di là del bancone la giacca nera gli mostra le spalle).

0 commenti: