Questa cosa la scrivo soprattutto per i veronesi, ma forse no,
per chi c'era anni fa, ora nemmeno saprei dire se due o tre, a Verona, quando organizzammo la protesta e il traghetto si trovò al centro di tutto, catapultati quasi controvoglia a spendere le nostre intere giornate in facoltà, a discutere litigare oranizzare decidere prendersi delle responsabilità rilasciare interviste andare in senato accademico bersi una birra innamorarsi anche alcuni di noi io ad esempio, per l'ultima volta.
Questo pomeriggio sono stato all'assemblea di ateneo qui a Bologna, dopo dieci giorni di assemblee nelle facoltà (a cui non ho partecipato, devo dirlo). Un'aula magna strabordante gente sulle scale nei corridoi per terra. Dinamiche già viste, relatori sconosciuti e autoproclamati, grandi slogan, applausi per chi diceva una cosa e per chi diceva l'esatto contrario. Dissidi, battibecchi, euforia esuberanza, ormoni liberi anche. C'era perfino la biondina che mi piace tanto che non mi guardava nemmeno stavolta.
Al solito gli "autonomi" cosiddetti, come se gli altri fossero invece "dipendenti" di qualcuno, che spingevano per l'occupazione, perchè in altre città lo stanno già facendo e perchè bisogna farlo e basta
un po' come la Chimica da noi, almeno alcuni degli allora esponenti. E sono stato anche stupito di sentire interventi misurati e propositivi opporsi all'occupazione e al blocco della didattica e trovare riscontro.
Poi al solito l'assemblea non terminava e mentre si decideva se votare per decidere se votare o meno sono andato via, perchè con degli amici si andava a cena alle otto.
Dopo cena siamo tornati in facoltà che non è occupata ma c'è la notte bianca. Un atrio invaso di persone, musica, l'aula dell'assemblea stracolma, un saxofono una fisarmonica, raccolta firme per laboratori che partiranno domani. C'era di nuovo anche la biondina e di nuovo non mi guardava.
Poi hanno cantato bella ciao e suonato gli strumenti e centinaia di voci han cantato la canzone che cantavo anch'io tante volte con godimento vero ma stasera no.
Poi c'era proprio tanta gente anche una ragazza sempre bionda ma diversa da quella di prima che in questi giorni avevo molta voglia di vedere e ieri era il suo compleanno e le avevo masterizzato il cd delle "luci della centrale elettrica" che è un disco molto bello e disperato e le ho chiesto se le era piaciuto e lei mi ha detto che l'aveva sentito solo dei pezzi e non l'aveva presa un granchè. Allora io poi non sapevo cosa dirle e cercavo con gli occhi se in mezzo alla folla c'era magari il Jotti o Dolores o Giulia o Valentina o Riccardo ma non vi ho visto forse eravate al pianoterra.
Allora per la seconda volta in due giorni, l'altra era stata nei camerini di Zara mentre mi provavo un maglione marrone, mi è venuto da piangere e ho detto a Paolo che mi slegasse la sua bici dalla mia che io andavo a casa. E in bici allora ascoltando delle cover cantate da Cat Power di tono abbastanza triste e pedalando con un po' di buio cercavo di fare dei gran respiri che mi sono accorto che una delle poche cose che mi fa felice è andare in bicicletta con la musica e correre veloce contro l'aria.
Insomma mi è tornato un po' il pensiero che io i momenti di condivisione cosiddetti con la mia generazione ce ne sono stati due: con voi a Verona in quelle giornate strane e alla manifestazione dei tre milioni della cgil che per la prima volta l'inno nazionale mi è sembrato anche un po' mio.
Per il resto continuo a sbattere la testa dappertutto e non esce sangue.
Per protesta stasera occuperò il mio letto.
Michele
giovedì 16 ottobre 2008
La Gelmini e la bicicletta
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3 commenti:
uau michele...che sana malinconia...grazie,che bello...dolores
sana dici? speriamo.
prova con vagisil.
(www.vagisil.it)
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