pudenda

lunedì 30 aprile 2012

I nuovi francobolli

È una tra le superstizioni umane quella per cui, quando ci si vuole intrattenere con dei cari momentaneamente lontani, si getta in dei pertugi ad hoc, analoghi a tombini fognari, l'espressione scritta della propria tenerezza, dopo aver incoraggiato con qualche elemosina il commercio, pure così funesto, del tabacco, e ottenuto di ritorno delle immaginine indubbiamente benedette, le quali si baciano devotamente sul didetro. Non è affatto questo il luogo dove criticare l'incoerenza di tali manovre; è indiscutibile che delle comunicazioni a distanza siano possibili per mezzo di esse.

Questa abitudine è sicuramente antica, dato che le figurine - i francobolli, per chiamarli col loro nome - sono assai noti. Fummo dunque sgradevolmente sorpresi, pochi giorni orsono quando un tabaccaio ci affidò, contro i nostri quindici centesimi di buona lega, un'effigie inedita, e restammo nella medesima perplessità che se ci avessero passato una moneta falsa. Non ci servì a niente l'obiettare al negoziante che il suo nuovo francobollo da quindici centesimi fosse poco gradevole al vedersi e che non pensavamo che ne avrebbe venduto tanto come dell'altro. Invano facemmo appello alla sua moralità, poiché la vignetta rappresenta una scena piuttosto incresciosa: una donna, cieca e con un braccio al collo, seduta su una seggiola pieghevole, impietosisce i passanti a mezzo di un cartello che promette all'uomo, sulla sua persona, tutti i diritti; sopra la sua testa sta in equilibrio una lanterna con il civico della sua casa. Il prezzo si alza, per gli stranieri, fino a venticinque centesimi, per quanto sia sempre la stessa donna.

Dei francobolli da 40, 50 centesimi, 1 franco, dalla forma larga da copertina d'album, tirati sontuosamente in due colori, non abbiamo potuto divinarne l'uso. Si racconta che anziani prodighi paghino degli esemplari di lusso fino a due e quattro franchi.

I francobolli da 1, 2 e 5 centesimi ci sembrano soddisfare a tutte le esigenze: la loro cornice in figura di ferro di cavallo li rende degni di servire da insegna al maniscalco, quanto da ex-libris al poeta, quest'ultimo a causa di Pegaso. Non sapremo mai troppo consigliare di sostituire, in ogni occasione, il numero che sarà necessario di questi francobolli da un centesimo ai francobolli da due e quattro franchi.

I contribuenti, che stipendiano una polizia per perseguire i venditori di carte trasparenti, comprano e fanno circolare questo museo di orrori; essi li comprano e – quando è così semplice sputarvi sopra! - li leccano.

Alfred Jarry, La Revue blanche, n° 183, 15 gennaio 1901
(abbozzo di traduzione di milza)

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