pudenda

venerdì 28 maggio 2010

REBUS (13, 3, 1, 5, 7, 2, 1)

indosso la maglietta con i pugni imbrattati di inchiostro blu.
righe orizzontali come quelle delle pagine spesse dei quaderni delle scuole elementari.
ho visto senza sorprendermi uomini propensi ad innaffiare di collirio i congiuntivi.
insubordinati senza speranza con una marcata tendenza alla stizza.
è il polline, maledetta primavera.
e la voce tradisce assoluta certezza nell’impossibilità di abbandonarsi al dubbio o alla speranza.
ho incontrato uomini con un odio specifico per gli spazi.
amanti piacevoli dotati della rara capacità di trasformare l’incostanza degli avvenimenti in abbracci sempreverdi.
quelli che tuttavia preferisco, sono gli uomini che non riescono a stare nel mezzo.
quelli che possiedono troppo o troppo poco.
uomini con la acca maiuscola, musicanti vagabondi.
convinti che le preposizioni semplici siano più o meno tante quante i sette nani.

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