pudenda

domenica 4 maggio 2008

poliziotto del mio cuore (a.k.a. diocan)


Due parole, di getto, su quanto è appena successo a Verona, la città dell'amore, dove il traghetto mangiamerda ha avuto il suo natale.
Un ragazzo ventinovenne -per la precisione, un butel- è stato pestato a sangue nelle vie del centro, adesso sta morendo in ospedale. Picchiato per aver rifiutato di offrire una sigaretta. Il fatto è un abominio senza giustificazioni, anche perchè fumare fa male.

Com'era da aspettarsi, il primo bastardo pescato milita in ambienti di (estrema) destra, Veneto Fronte Skinhead (www.venetofronteskinheads.org) e Forza Nuova (www.forzanuova.org), vivai sempre zeppi di nuove leve.
C'era da aspettarselo, ma non era necessario: pure senza il bisogno di una connotazione politica questo episodio -l'ennesimo, solo uno dei più eclatanti- fa ben capire che clima ci sia qua in città, l'idea del farsi giustizia da soli e l'aria da far west erano precisamente l'offerta politica di Flavio Tosi, razzista pregiudicato e accidentalmente sindaco dell'asburgica, offerta programmatica che adesso sull'ottimo humus sociale veronese (per la precisione, merda) attecchisce che è una meraviglia.

Ma attenzione. Sta a vedere, scaltro e indignato lettore, cosa va a succedere adesso. Succederà che anche questo episodio finirà ad essere diavolina per il già vivo fuoco della psicosi sicuritaria: ci farà sentire tutti (tutti noi che malauguratamente chiediamo alla televisione come stiamo e come non stiamo) insicuri e assediati, alimenterà il becero sofisma che vuole la sicurezza "né di destra né di sinistra", ci porterà ad avere paura, a invocare controllo. E porca la puttana.

Io soffro di manie di persecuzione, e intanto nel Palazzo qualcuno sorride.
Ma quanto sopra altro non è che chiosa.
La verità sta sotto, e la enuncio di cuore, o timoroso lettore, col cuore del titolo.


voglio il mio poliziotto di quartiere,
di isolato,
di vicolo,
di portone,
di citofono,
di corridoio,
di scendiletto.

Voglio una guardia del corpo mia,
una per ogni mio arto,
un carabiniere per la mia testa,
un digossino per la mia schiena,
un vigile per il mio petto ruspante,
un robusto padano per il mio pene.

voglio una ronda in costante periplo del mio camminare,
pronta quando mi siedo,
all'erta quando mi giro,
scattante quando mi addormo,
implacabile quando mi rivolgo.

E se qualcuno mi deve pestare,
dio d'un cane,
saranno le forze dell'ordine della mia città a farlo,
che diamine,
non certo un negro senza collare.


4 commenti:

Anonimo ha detto...

jot, bravo jot. Penso a nome di tutti. Poi per il resto che devo dire. Venite a Bologna. Ho una casa grande.

Anonimo ha detto...

jot, e voi tutti, quando volete Bologna vi accoglie.

Enavico

Anonimo ha detto...

dovete morire tutti rossi infami

piloro ha detto...

E' vero, hai proprio ragione! Ho controllato, lo dice anche il mio vecchio libro di biologia.